Fulvio Tomizza. Destino di Frontiera
Curata da Gianni Cimador e Marta Angela Agostina Moretto, con il coordinamento scientifico di Elvio Guagnini, ordinario di Letteratura Italiana presso l'Università degli Studi di Trieste, e la direzione di Adriano Dugulin direttore dell'Area Cultura - Civici Musei di Storia ed Arte, la mostra ricostruisce la vita e l'opera di Tomizza attraverso varie tipologie di materiali, dai manoscritti ai libri, dagli oggetti di scrittura e di svago alle fotografie, quasi tutti di proprietà della famiglia.
All'esposizione saranno affiancati un calendario di visite guidate con i curatori - il sabato alle 17 e la domenica alle 11 - e, nella prima metà del mese di settembre, un ciclo di sette conferenze su molteplici aspetti dell'opera tomizziana. Le conferenze, a cura di docenti delle Università di Trieste e Venezia e di esperti di più settori disciplinari, si terranno nella sala Bobi Bazlen di palazzo Gopcevich, accanto alla sala Selva con inizio alle ore 17.
In occasione del decennale della morte dello scrittore il Comune di Trieste, nella persona del Vicesindaco e Assessore alla Toponomastica Paris Lippi, ha deciso inoltre di intitolare, il 15 settembre 2009, Largo Giardino a Fulvio Tomizza (Largo F. Tomizza).
"C'è una linea di attenzione che il Comune di Trieste, soprattutto negli ultimi anni, tende a coltivare e a seguire con uno sforzo di coerenza programmatica - speriamo - compreso e apprezzato" afferma Massimo Greco, Assessore alla Cultura del Comune di Trieste. "Linea di attenzione che riguarda proprio il mondo letterario triestino. Questa premessa "di metodo" è importante per capire le ragioni meditate che hanno consigliato l'inserimento di questa mostra, dedicata a Fulvio Tomizza, nella nostra "stagione". Non si tratta quindi di un omaggio, per così dire, "rapsodico", fine a se stesso, ma di un'operazione a più ampio raggio diretta ad alimentare (quindi a non isolare nei pur fondamentali archivi o nei pur adatti scaffali di biblioteca) lo studio delle principali presenze letterarie legate a Trieste e dintorni.
Questo spiega le recenti esposizioni che hanno riguardato Svevo e Saba, o una figura di caratura teatrale internazionale come Strehler. O che hanno motivato l'intitolazione di una bella biblioteca a Stelio Mattioni. E che già ci spingono a ricordare degnamente, il prossimo anno, il novantesimo della nascita di Quarantotti Gambini.
Ecco perché parlare di Tomizza, con una mostra e con numerose iniziative collaterali, non è un fatto squisitamente commemorativo: significa continuare a lavorare su uno scrittore, la cui importanza non è certo limitata al "territorio", ma che del "territorio", con le tante ben note asperità storiche, ha saputo individuare tratti, caratteristiche, criticità, drammi di ampio coinvolgimento narrativo, culturale, psicologico.
Tomizza ha vissuto con sofferta pienezza questo "destino di frontiera", destino che, forse, negli ultimi anni ha visto attenuarsi quella dimensione così lacerata e lacerante, che lo aveva disegnato nel corso del Novecento.
A maggior ragione, ci serve la testimonianza dell'uomo e dello scrittore: perché la tristezza della separazione e della perdita non faccia più parte del paesaggio civile di un'Europa rasserenata."
"Questa mostra vuole illustrare momenti e aspetti diversi della vita e dell'attività artistica di Fulvio Tomizza, scrittore istriano vissuto a Trieste, divenuto emblema della letteratura di frontiera.
Definito "scrittore di frontiera" sin dal suo primo maturo e importante libro, Materada (1960), Tomizza è stato presente sulla scena letteraria fino all'anno della morte (1999) e anche successivamente con alcuni libri pubblicati postumi.
La mostra intende documentare la "nascita" letteraria di Tomizza, l'immediata fortuna del suo primo libro e dei successivi, la notorietà nazionale e internazionale di un autore che appartiene di diritto al gruppo di punta degli scrittori europei del secondo Novecento.
Oltre a documenti fotografici, figurativi, manifesti di incontri e di presentazioni, questa rassegna si avvale anche di pagine manoscritte: esse - insieme agli oggetti che popolavano il suo studio - testimoniano il "laboratorio" dello scrittore sia per aspetti che potrebbero essere guardati con interesse filologico (il passaggio dalla pagina manoscritta alla versione a stampa) sia sotto il profilo delle cose che tenevano compagnia a Tomizza nelle ore della sua laboriosità artistica.
Altri documenti ci portano dallo studio cittadino di via Giulia ai giorni trascorsi nella casa istriana, dove Tomizza alternava il proprio lavoro di scrittore alla cura dei campi, quasi in un desiderio di recupero e di rimpossessamento del rapporto con il mondo della natura, abbandonato con l'esodo dall'Istria nel 1955.
L'attività artistica di Tomizza viene documentata nella sua molteplicità: nei rapporti con altri scrittori, nell'importante lavoro svolto in campo teatrale, nell'attenzione al mondo giovanile (i libri per bambini e ragazzi), nel suo cordiale rapporto col mondo dello sport.
È presente in questa rassegna una scelta di pagine di giornali italiani e stranieri con importanti testimonianze critiche che documentano la fortuna dell'opera tomizziana. Ci sono inoltre alcune carte topografiche e geografiche, microfilm, dizionari e altri strumenti di cui lo scrittore si avvaleva per una precisa resa degli ambienti rappresentati nelle proprie pagine.
Destino di frontiera è anche il titolo di un importante libro-intervista (Genova, Marietti, 1992), nel quale Tomizza ha raccontato se stesso, la propria vita, il rapporto con la scrittura, il mondo della letteratura, con l'Istria e con Trieste, con la storia passata e contemporanea.
La notorietà nazionale, europea e internazionale di Tomizza conferma la persistente attualità delle sue indagini e dei suoi punti di vista. E questa mostra desidera documentarlo."
Elvio Guagnini, introduzione al catalogo della mostra
FULVIO TOMIZZA. DESTINO DI FRONTIERA
La mostra Fulvio Tomizza. Destino di Frontiera è stata organizzata dal personale interno e da collaboratori dei Civici Musei di Storia ed Arte, in particolare: per il coordinamento generale Francesco Fait (Civici Musei di Storia ed Arte, CMSA); per il coordinamento editoriale del catalogo Anna Krekic (Nucleo Operativo Ricerche e Progettazioni, NORP-CMSA); per il progetto di allestimento Marzia Vidulli Torlo (conservatore, CMSA); per le fotografie Alessandra Relli (CMSA); per la collaborazione all'allestimento Beatrice Malusà (stagista, CMSA), Gianni Emanuelli e Boris Juretic (CMSA).
Catalogo: Edizioni Comune di Trieste
Info: +39 040 6754068 HYPERLINK "http://www.triestecultura.it" www.triestecultura.it
La mostra rimarrà aperta fino al 15 settembre 2009
tutti i giorni dalle 9 alle 19 con ingresso libero.
Studio Esseci
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