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Cna Costruzioni di Venezia sul Piano Casa

29/07/2009
Il Piano casa del governo? Un provvedimento a cui fa difetto la tempestività. Per essere davvero in grado di dare ossigeno all’economia, ed al comparto edile in particolare, avrebbe dovuto essere messo a punto un anno fa. Oggi rischia, seppur utile, di risultare sfasato, in un certo senso tardivo rispetto alle reali necessità di mantenimento occupazionale del comparto.

Ad esprimere questo pesante giudizio, Roberto Strumendo, presidente provinciale di CNA Costruzioni oltre che della Ceva, Cassa edile veneta artigiana. Che rileva come il settore risenta, oltre che degli effetti della crisi globale, anche di una serie di altri fattori che dipendono direttamente da scelte nazionali, a cui l’esecutivo avrebbe dovuto e potuto metter mano a tempo debito.

“In primo luogo” osserva “proprio quegli studi di settore che la crisi fanno addirittura finta che non esista, e che si fondano su parametri che la stagnazione economica degli ultimi mesi ha invece mutato profondamente”.

E poi il problema dell’assenza di liquidità, acuito dall’inaudita lentezza dei pagamenti degli enti pubblici. “Altrove in Europa chi ha come committente la Pubblica Amministrazione viene pagato al massimo dopo quindici - trenta giorni…” spiega il rappresentante delle pmi veneziane dell’edilizia. “Qui succede che le imprese vedano i soldi a distanza di vari mesi, in alcuni casi anche dopo un paio d’anni… E’ evidente” prosegue “che si tratta di una questione in cui, se voleva, lo Stato avrebbe potuto venirci incontro ‘a partire da sé’, disponendo alle sue varie articolazioni di pagare tempestivamente i lavori eseguiti. In questo modo avrebbe dato il buon esempio, contribuendo da par suo ad immettere liquidità sul mercato…”.

Tutti interventi a cui non si è pensato, denuncia Strumendo, ed ora si enfatizza molto questo Piano che rischia di arrivare fuori tempo massimo. “Soprattutto” conclude “se non si saprà puntare con la dovuta decisione ad un’edilizia di qualità, la sola che può rappresentare un futuro virtuoso per il nostro comparto. Un’edilizia il cui sviluppo si fondi sulla sensibilità alle tematiche dell’ecosostenibilità e del risparmio energetico, che ci liberi dagli obbrobri e dai mostri di cemento e si faccia carico per quanto può del tipo di territorio che lasceremo ai nostri figli”.

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