L’esperienza della bonifica veneta esportata in Vietnam
29/07/2009
E’ stata siglata dall’Assessore all’Ambiente del Veneto, Giancarlo Conta, un’importante dichiarazione d’intesa finalizzata all’avvio di attività tecnico-scientifiche e di investimenti infrastrutturali per la salvaguardia della foce del Fiume dei Profumi e della laguna di Hue, in Vietnam; l’accordo prosegue un progetto di gestione integrata di tale laguna, finanziato dal Ministero italiano degli Affari Esteri tramite la FAO. La firma è giunta al termine di una missione nel lontano Paese asiatico, cui hanno partecipato rappresentanti dell’Unione Veneta Bonifiche, del Consorzio di bonifica Delta Po Adige, dell’associazione Deltamed, della Comunità di Catalunya oltre che della FAO e della Regione Veneto. L’accordo prende avvio dall’esperienza maturata dal Consorzio di bonifica Delta Po Adige nella gestione e salvaguardia delle lagune alla foce del principale fiume italiano, ricompresa nella più ampia cornice delle attività di collaborazione fra enti deltizi europei e che troverà un qualificato terminale nel costituendo Laboratorio internazionale dei delta e delle lagune, la cui sede sarà a Ca’ Vendramin di Taglio di Po, in provincia di Rovigo. Studiosi, tecnici, imprese potranno così collaborare nell’ambito di un progetto congiunto italo-vietnamita di rilevante valenza ambientale alla luce soprattutto dei cambiamenti climatici in atto.
A dare testimonianza dell’interesse per la proposta veneta è stato l’Ambasciatore d’Italia in Vietnam, Perugini, che ha evidenziato le opportunità di sviluppare investimenti e rapporti commerciali in particolare nei settori dell’ambiente, dell’energia, delle infrastrutture e del turismo.
L’iniziativa della Regione Veneto fa seguito alla visita di una delegazione vietnamita che, nel 2006, studiò le modalità di intervento e gestione delle lagune del Po, manifestando l’intenzione di importare analoghe metodologie nella laguna di Hue (nella provincia di Thua Thien Hue), dalle cui attività traggono sostentamento oltre 300.000 persone. Su tale area lagunare già operano esperti italiani nell’ambito del Progetto FAO “Imola” (finanziato dall’Italia per circa un milione e mezzo di dollari) per la gestione integrata delle zone di Tam Giang e Cau Hai, finalizzata ad evitare lo sfruttamento eccessivo delle attività di pesca e lo sviluppo incontrollato dell’acquacoltura, nonché a contrastare l’inquinamento e la salinizzazione dei terreni.
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