Turismo: prodotti a denominazione origine preziosi alleati
“Non è facile - prosegue Vittoria Brancaccio - trovare il giusto punto di equilibrio fra severità dei controlli, semplificazione delle procedure e contenimento dei costi di certificazione. Ma occorre lavorarci con grande attenzione tenendo presente che l’impegno dei produttori di specialità a denominazione d’origine garantita apporta un beneficio economico ai territori di riferimento che va ben oltre gli interessi strettamente agricoli. Assicurare a questo impegno una adeguata remunerazione sul piano commerciale è dunque essenziale, soprattutto per sostenere il turismo e, in particolare, l’agriturismo”.
“Troppo spesso indicazioni geografiche e denominazioni d’origine - conclude il presidente di Agriturist - testimoniano una tradizione ma non una realtà produttiva abbastanza consistente: gli elevati costi della certificazione e la complessità delle procedure, infatti, scoraggia gli imprenditori dall’affrontare il percorso del riconoscimento di qualità e d’origine. Il sistema ha dunque bisogno di nuovo slancio e di più efficaci strategie di comunicazione”.
Intanto - sottolinea Agriturist - l’Italia, nel mese di luglio, ha ottenuto la registrazione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP e della Nocciola Romana DOP consolidando, con 181 specialità (di cui 117 DOP e 64 IGP), il proprio primato in Europa, dove rappresenta oltre il 20% dei prodotti riconosciuti a denominazione d’origine protetta e ad indicazione geografica protetta. Altri 64 prodotti, 35 DOP e 29 IGP, già godono della protezione transitoria dello stato italiano e attendono l’iscrizione nel registro europeo.