Crisi europea di pesche e nettarine
L’eccesso di sovrapproduzione penalizza notevolmente l’Italia (che è il secondo paese produttore al mondo di pesche e nettarine dopo la Cina) con un calo delle quotazioni all’origine anche del 50%. Va ricordato che sono quattro i Paesi che superano il milione di tonnellate di produzione - Cina, Italia, Spagna e Usa – e, da soli, rappresentano quasi il 70% della produzione mondiale.
Nell’incontro di Parigi è emerso come la crisi sia generalizzata in Europa e vada affrontata con decisione da Bruxelles. Ad avviso di Confagricoltura, in una situazione di instabilità dei mercati, bisogna prevedere nell’ambito della politica agricola comunitaria una strumentazione adeguata per fronteggiare le crisi ormai sempre più ricorrenti.
Confagricoltura in più occasioni ha sottolineato la necessità di favorire le operazioni di ritiro del prodotto da parte delle Organizzazioni di produttori nell’ambito dei rispettivi Programmi Operativi anche per l’utilizzo a fini energetici. Ha quindi chiesto che venga previsto un aiuto di Stato de minimis di 700 euro/ha sino al livello massimo consentito. Fondamentali gli accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per il collocamento del prodotto
In prospettiva occorre pure:
- procedere ad una reale riduzione degli oneri contribuitivi e fiscali a carico delle imprese agricole datoriali di lavoro;
- assicurare le risorse per il finanziamento dell’assicurazione agevolata tramite il Fondo di Solidarietà Nazionale;
- favorire la ricerca e gli investimenti anche in impianti ed attrezzature per variare l’offerta in termini di varietà e di calendari ma anche per aumentare la durata del prodotto ampliando il periodo di offerta;
- incentivare la programmazione delle produzioni e la diversificazione dei prodotti finali;
- investire in promozione per incentivare i consumi interni e la domanda estera.
“L'impegno è quello di superare il momento difficile – sottolinea Confagricoltura - ma senza dimenticare che la soluzione a questi problemi è strutturale e passa anche attraverso una migliore organizzazione dell’offerta ed una più incisiva azione sui mercati comunitari ed italiani, incentivando la domanda”.