In una serata afosa apre le porte Marcon festival 2006 con un gruppo storico della musica italiana: i Nomadi. Il prato dei popoli ove si svolge il concerto calza perfettamente al loro modo di intendere questi eventi… è una festa di popolo ove il prato si alterna a strutture coperte ove si mangia dalla salciccia alla pizza con un immancabile bicchiere di birra.

La scaletta dei brani della serata spazia come sempre nella loro lunga vita artistica , imperniandosi per l’occasione attorno alla loro ultima fatica “con me o contro di me”.

Tra un brano e l’altro il gruppo di Beppe Carletti dialoga con il pubblico attraverso i regali ed i messaggi con dediche e richieste fatti arrivare sul palco dai numerosi fans.

Da chi vuole sposare uno di loro (peccato che Cico non si ricordi bene cosa vuol dire questa parola!) a chi li paragona all’Italia trionfatrice ai mondiali di calcio “in quanto ogni concerto sono in grado di regalare emozioni solo a quest’ultimo evento paragonabili”.

Belle le parole del gruppo a sostegno dell’ AVIS “non si può cambiare il mondo ma provateci” e toccante il ricordo di Marco Pantani detto “il pirata” il quale “ha pagato colpe non sue.

Dopo l’ultimo brano , la coinvolgente “Io Vagabondo”, cantata assieme al pubblico siamo andati cercare i protagonisti.

Sempre disponibili siamo riusciti a scambiare alcune battute con Beppe Carletti prima e Lello Sacco poi.

Allora “siete presenti nel disco tributo a Lucio Battisti dove interpretate Prigioniero nel mondo; come mai avete scelto questo brano?”

Bepe Carletti che da 40 anni è alla tastiera del gruppo risponde:”L’ho scelto io, me lo ricordavo dal ’68 , non volevo fare un brano tra i più conosciuti, volevo un brano particolare”.

Vedendo tanti bambini,genitori e persone over 50 ci viene spontaneo chiedere:” cosa provate a vedere tante generazioni assieme ai vostri concerti?”.

Un sorriso riempe il viso del tastierista:” Concerti è una parola importante, che ricorda la musica da camera, la nostra è una festa che coinvolge tutte le età. Bisogna abbattere le transenne con dei testi che siano tali da mettere tutti insieme”.

Ci fermiamo Danilo Sacco e un collega chiede : cosa ne pensi del fallo di Zidane?”

D.S.:” è stato provocato, Zidane è da sempre un grande campione, comunque io non c’ero e la cosa importante è che la coppa sia stata vinta dall’Italia”

Chiedendo dei Suoi progetti immediati ci scherza sopra “ arrivare alla fine del tour sano e salvo”; poi seriamente illustra che nei progetti del prossimo anno ci sarà un disco live con dei pezzi mai incisi; un disco doppio in collaborazione con una orchestra con una parte di heavy metal puro.

A questo punto gli chiediamo “ cosa consiglierebbe lui a dei ragazzi che volessero cominciare adesso una esperienza di band musicale” .

D.S.: “Che si divertano. Non farlo solo per raggiungere il successo o il denaro. La fama lascia il tempo che trova, e anche se canti davanti a 5-6000 persone alla fine vai sempre a dormire solo in albergo. Se non hai qualcuno a casa che ti aspetta non sei nessuno!”

Con queste parole lo lasciamo andare, la fatica compare sul volto dei componenti del gruppo che partono per altre date ed altre città lasciandoci in ricordo una carica umana che li distingue da sempre. Con i loro fans possiamo dire anche noi sempre, solo Nomadi!



Michele Donadi