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Click Day

23/09/2009
Dalla protesta di decine di aziende alle vie di fatto. Confindustria Padova ha promosso un’azione legale nei confronti del ministero dell’Economia in merito al click day per l’assegnazione del credito d’imposta per gli investimenti in ricerca. Una lotteria telematica che lo scorso 6 maggio ha esaurito, in soli 35 secondi, il plafond di 1,62 miliardi a disposizione per il 2008 e 2009, escludendo di fatto dai benefici parecchie decine di aziende padovane (22 mila in tutta Italia).

Confindustria Padova ha ora deciso di impugnare il “diniego” e di garantire a tutte le aziende associate a cui è stato negata l’agevolazione, la possibilità di presentare ricorso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale di Pescara (unica competente), strada seguita anche da altre associazioni territoriali del sistema Confindustria. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento del diritto acquisito per le aziende escluse dal bonus, a causa di un meccanismo-beffa che ha premiato solo i click più veloci o le connessioni web più efficienti, a prescindere da ogni valutazione sul merito dei progetti.

Fu la Finanziaria 2007 a introdurre la possibilità di un credito d’imposta certo e automatico per gli investimenti in ricerca. Il successivo decreto anti-crisi del novembre 2008 determinò un sostanziale cambiamento, introducendo la prenotazione per via telematica all’Agenzia delle Entrate con criterio solo cronologico.

«Come ho ripetuto anche per un altro click day, quello sui rimborsi Irap, poi annullato - spiega il presidente di Confindustria Padova, Francesco Peghin - questa procedura ha violato principi costituzionali, come l’uguaglianza, oltre alla non retroattività delle disposizioni tributarie. La nostra associazione ha assistito direttamente le domande di una trentina di aziende, relative a 10 milioni di investimenti in ricerca. Il 65% è rimasto escluso dalla lotteria. Molte dopo aver già realizzato l’investimento, iscrivendo a bilancio il credito d’imposta che con il click day gli è stato negato».

«In questo modo - insiste Peghin - viene frustrata la voglia di reagire e di invertire la tendenza, che pure vedo in molte piccole e medie imprese, oltre a rendere meno credibili le iniziative del governo. Gli investimenti in ricerca sono un fattore vitale per il sistema produttivo, in modo particolare per un tessuto industriale alla ricerca di nuove strategie competitive, come quello padovano. Per molte imprese, la possibilità o meno di accedere al bonus ricerca non era un fattore secondario, ma determinante nei loro programmi e strategie di sviluppo. E’ per questo che abbiamo deciso di prendere una posizione chiara e netta». L’informativa sulle modalità dell’azione legale è stata inviata a tutte le aziende associate; possono aderirvi tutte le imprese escluse dal beneficio del credito d’imposta. Per le adesioni c’è tempo fino al 24 settembre.

«Mi auguro - prosegue il presidente degli industriali padovani - che questa e altre iniziative a difesa delle imprese abbiano un effetto di moral suasion e inducano il governo ad abbandonare definitivamente questo metodo. Quando sono in causa aspetti delicati quali agevolazioni economiche o rimborsi di legge, non possono esservi altri criteri di valutazione che la documentazione presentata dalle imprese e i loro diritti oggettivi». «Quanto al bonus per la ricerca - conclude Peghin - l’auspicio è che nella nuova Finanziaria si trovi spazio per ripristinare il credito d’imposta automatico per tutti. Sarebbe ossigeno puro e un modo concreto di sostenere gli investimenti delle imprese per uscire dalla crisi».

Sandro Sanseverinati - capo Ufficio Stampa, Studi e Relazioni Esterne

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