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Bastardi senza Gloria

01/10/2009
Ambientazioni anni ‘40 e uno stile inconfondibile... Esce dal 2 ottobre nelle sale Italiane “Bastardi senza Gloria” (Inglorious Basterds e non “Inglorious Bastards” come vorrebbe la traduzione americana) il nuovo film di Quentin Tarantino, ispiratosi per quest’ultimo lavoro a “Quel maledetto treno blindato” una pellicola del 1977 di Enzo G.Castellani.

Un film “vero” che, suddiviso in cinque capitoli (Once Upon a Time in Nazi Occupied France, Ingloriuos Basterds, German Night in Paris, Operation Kino e The Revenge of the Giant Head) mescola guerra, vendetta, violenza e storia, raccontando le diverse vicende dei vari personaggi, per poi farle incontrare in un finale carico di tensione.

Durante il primo anno di occupazione nazista, l’ultima famiglia di ebrei che era riuscita a fuggire nascondendosi presso una casa di contadini nella campagna francese, viene terribilmente sterminata sal colonnello delle SS “cacciatore di ebrei”, Hans Landa (Christoph Waltz). Si salverà, scappando, solo una delle figlie, Shosanna (Melanie Laurent), che anni dopo diverrà proprietaria di una sala cinematografica, al cui interno metterà in atto un piano per sterminare le più alte personalità e cariche naziste, tra le quali Hitler. A questa vendetta si aggiungerà “l’operazione Kino”, architettata da un gruppo di ebrei americani “i Bastardi”, che guidati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), organizzeranno un piano ancor più cruento per fare e farsi giustizia.

Tra i vari protagonisti del film, il principale è sicuramente “Il Cinema”- non a caso è nella sala cinematografica che si avrà l’epilogo - e la pellicola stessa diverrà l’arma per la vendetta finale.

Un film in cui non mancano i tocchi inconfondibili con i quali Tarantino firma le sue pellicole: fermi- immagine, ossessioni della cultura “pop”, violenza grafica, musica moderna in ambientazioni storiche che scandisce il ritmo delle scene e le decontestualizza, dialoghi brillanti (in particolare è straordinario l’effetto provocato dall’uso dell’inglese, francese, tedesco e italiano) e, non ultimo, l’uso di personaggi stralunati che alternano momenti di lucida crudeltà a ironia.

“Penso che il cinema possa cambiare i destini del mondo. Mi piaceva l’idea di questa metafora, ma mi piaceva di più poterla letteralmente mettere in atto. Ecco perché i miei protagonisti usano il cinema contro il Terzo Reich!” Tarantino.

Eleonora Valier

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