Dacia Maraini a “Donne… a libro aperto”
Dacia Maraini ha intrapreso un viaggio attraverso l’universo femminile, troppe volte nel corso della storia relegato ad un ruolo secondario rispetto all’uomo, sottolineando come nella maggioranza dei casi la donna paghi le conseguenze di una cultura improntata ad una divisione dei compiti sociali iniqua ed impropria. Secoli di cultura patriarcale hanno dato vita ad atteggiamenti remissivi e arrendevoli; il retaggio di quel tipo di società ha inesorabilmente creato un sentimento di costante dubbio nella donna, che vive in un perenne stato di incertezza, tanto da accettare silenziosamente anche la violazione sul suo corpo, attuata attraverso lo stupro. Violenza che nulla ha a che vedere con esigenze biologiche della natura maschile, ma che al contrario è l’effetto di una cultura improntata alla supremazia dell’uomo. La violenza diventa così un assalto al potere supremo, consumato nel luogo più forte, nel punto esatto in cui la vita viene generata: il sesso della donna.
Una donna che nel corso del tempo ha combattuto per l’emancipazione ma che oggi sembra aver perso quello spirito di libertà che in passato l’aveva portata a grandi conquiste.
In una società del mercato, dove tutto si vende e tutto si compra, anche il corpo femminile diventa oggetto di scambio. Così come l’animo umano, fatto di emozioni e sentimenti che si susseguono senza costanza, in un continuo annoverarsi di storie d’amore brevi e fuggevoli.
Per la Maraini “l’amore è come una pianta, che va coltivata quotidianamente. Purtroppo al giorno d’oggi l’amore sembra piuttosto un albero di Natale, che dura lo spazio di venti giorni e poi si disadorna”.
Nella diatriba uomo-donna, la scrittrice afferma che l’uomo ha avuto grandi privilegi dalla società passata, ma al tempo stesso ha subito grandi privazioni; prima fra tutte la paternità.
Un’affettività negata, fatta solo di potestà, scevra da coinvolgimento emotivo e sentimentale. E’ così che la Maraini si auspica una maggiore attenzione alla famiglia, composta da una madre e un padre responsabilmente equivalenti. Per fare ciò, ha aggiunto, la società dovrebbe creare strutture atte a garantire alla donna che lavora la possibilità di seguire in modo adeguato la crescita dei figli.
E’ seguita poi la rappresentazione teatrale“Passi Affrettati”, tratta da un testo della Maraini avente come oggetto otto storie di violenza sulle donne.
Barbara Greggio
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