Proposta di una “Agenzia per le PMI”
Il presidente regionale della Confartigianato del Veneto, Claudio Miotto, esprime un consenso netto al disegno di legge presentato da 130 deputati di diverso orientamento politico (primo firmatario, l’on. Raffaello Vignali, tra i veneti anche l’on. Massimo Calearo) per dare concretezza ad una delle richieste che più stanno a cuore all’artigianato: l’avvio di un impianto normativo e di una programmazione che tengano conto del fatto che oltre il 98% delle aziende italiane è costituito da piccoli imprenditori, da lavoratori autonomi. “Qui in Veneto già ci stiamo muovendo in questa direzione, ad esempio attraverso l’iniziativa “Artigianato del terzo veneto” recentemente presentata dall’ assessore regionale alle attività produttive, Vendemiano Sartor- spiega Miotto- E in Europa è stata anche la nostra propositività che ha contribuito all’emanazione, alla fine del 2008, dello Small Business Act, in seguito al quale l’U.E. ha già cominciato a legiferare. Ora, il progetto nazionale di legge va a riempire un vuoto, va a dar sostanza ad un esigenza di valorizzazione del nostro lavoro, che deve avvenire in armonia tra i livelli regionale, nazionale e comunitario. Noi non chiediamo privilegi, ma che si tenga conto della nostra realtà, chiediamo di essere messi in condizione di lavorare. Si stanno creando le premesse, finalmente, per passare dalle parole ai fatti, dalle enunciazioni alle realizzazioni”.
Semplificazione, giustizia e sicurezza sociale, credito, fiscalità di vantaggio, welfare e credito sono alcuni dei punti da affrontare, con la creazione dell’ Agenzia per le PMI presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Quello che ci aspettiamo è, sostanzialmente, una rivoluzione copernicana, un cambiamento nel modo di pensare le norme, che oggi vengono fatte su misura per le imprese medie e grandi, e vengono poi estese al mondo del lavoro autonomo –commenta Miotto- Basti pensare, per dirne una, all’ innovazione: stando all’ultimo bando regionale in materia (legge regionale 9/07), la metà delle innovazioni finanziate fanno capo alle piccole imprese. La metà: peccato che l’innovazione dei piccoli non venga nemmeno rilevata dalle statistiche nazionali. Mentre invece ci sarebbero potenzialità enormi, se solo si pensasse a come, concretamente, si possono aiutare le aziende a brevettare le proprie innovazioni”.