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Linee guida per disinquinare il Fratta Gorzone

24/11/2009
E’ conosciuto come il fiume più inquinato della regione, ma in un futuro magari non troppo lontano, il “Fratta Gorzone” potrebbe tornare ad essere fruibile da parte dei veneti. A questo ambizioso traguardo tendono le “Linee guida per il risanamento e la riqualificazione del fiume Fratta Gorzone”, che il Consorzio di bonifica di II grado Lessinio-Euganeo-Berico (L.E.B.) ha ora ufficialmente affidato alla Regione Veneto.

Lo studio, effettuato da un gruppo di lavoro coordinato dal prof. Erich Roberto Trevisiol, era partito circa due anni fa, quando il Consorzio L.E.B., raccogliendo le istanze del territorio e coordinando un gruppo di sponsor locali pubblici e privati, si fece coordinatore di uno studio-proposta progettuale per il risanamento e la riqualificazione del fiume Fratta Gorzone. Il tutto accogliendo la programmazione già in atto da parte della Regione Veneto per il disinquinamento dell’intera asta fluviale (Accordo di Programma Quadro 12/05 e Piano Direttore del Fratta Gorzone), nonché alla stregua di progetti europei in aree simili (fiume Emscher in Germania) finalizzati a “rileggere” il cordo d'acqua nella sua realtà di “spina dorsale naturale” del territorio.

Il bacino idrografico del “Fratta Gorzone” nasce in comune di Arzignano (Vicenza), dove viene alimentato dalle acque del fiume Guà e sfocia nel fiume Brenta in prossimità di Chioggia (Venezia); è localizzato nella parte centrale del Veneto, interessa 144 comuni di cui 95 rivieraschi, appartenenti alle province di Vicenza, Verona, Padova e Venezia; l’asta principale ha una lunghezza di circa 93 chilometri ed il suo bacino idrografico si estende per circa 1.500 chilometri quadrati.

«Siamo partiti da un’idea della Regione Veneto ed abbiamo approfondito una questione molto sentita dalla popolazione – spiega Antonio Nani, presidente del Consorzio L.E.B. – Per portare, a buon fine, le fasi progettuale ed esecutiva sono necessari almeno fra i 10 e 15 anni; è però importante che finalmente ci si occupi del “Fratta Gorzone” anche a valle, dopo averlo fatto a monte con alcuni interventi mirati. Il messaggio è il seguente: disinquinare si può; bisogna che ci sia però la volontà politica per passare dalle parole ai fatti».

Fabio Strazzabosco, ingegnere della Direzione Tutela Ambiente della Regione Veneto, accoglie con soddisfazione le Linee Guida.

«La Regione Veneto apprezza questo importante progetto, evidenziando al contempo come la gestione delle acque sia un tema ancora poco considerato. A valorizzare il disinquinamento del “Fratta Gorzone” potranno concorrere soluzioni già collaudate nella Laguna di Venezia, come fasce tampone o boscate, aree umide. E’ fondamentale che l'intervento preveda anche di rendere il fiume fruibile per la popolazione».

«Abbiamo portato a termine lo studio su una porzione di territorio veneto, esaminata nelle sue relazioni con il fiume – sottolinea infine il coordinatore Erich Trevisiol – considerato l’elemento naturalistico-territoriale, che ne plasma e definisce morfologia e identità. E' un documento, che intende far emergere problematiche, conflittualità e potenzialità, gettando le basi per lo sviluppo di un futuro Piano Territoriale unitario».

Lo studio, che ha portato alla stesura delle Linee Guida, è stato possibile grazie al contributo di AATO Valle del Chiampo, Associazione tra Comuni “Sentinella dei Fiumi”, Federazione Coldiretti Veneto, Thiene Costruzioni e Impresa Edile Abbadesse.

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