Unioncamere-Ceav: nasce osservatorio su edilizia regionale
RISULTATI 2009
Quasi un’impresa edile artigiana su tre (32,6%) denuncia significative diminuzioni di fatturati tra il 10% e il 20% e si trova in una situazione di oggettiva difficoltà. Oltre una su due (51,2%) vive una situazione di stazionarietà, mentre per il 16,3% delle aziende i fatturati sono in crescita. Questa la fotografia congiunturale delle imprese edili artigiane venete nel secondo trimestre 2009.
L’indagine conferma che l’edilizia attraversa un periodo di gravi difficoltà, iniziate già nel 2007, che hanno riportato, a livello nazionale, il settore indietro all’inizio del decennio. Ma il calo non colpisce tutti allo stesso modo: qualche speranza di ripresa viene dall’avvio dell’applicazione del “piano casa”. Per una ripresa, comunque, bisognerà attendere probabilmente fino al 2012.
Secondo CEAV-CRESME e Unioncamere, ancor più dei fatturati, soffrono gli ordini: tra aprile e giugno sono calati per oltre il 60% delle imprese, mentre un aumento riguarda una percentuale significativa di aziende (12,6%). Perde colpi l’occupazione: -1,6% rispetto al primo trimestre 2009.
PREVISIONI
Quasi il 40% delle piccole imprese edili prevede di chiudere l’anno con un saldo negativo per i fatturati. Per due su tre il calo dovrebbe superare il 5%. Una su quattro, però, si aspetta di avere un consuntivo in crescita, magari leggera tra i 2 e i 5 punti percentuali. Secondo il CRESME «La crisi c’è, ma forse ha anche iniziato, nelle attese delle imprese, un percorso di riduzione».
Sul fronte occupazionale, le previsioni sono in maggioranza di stazionarietà (68,8%), mentre il 20% delle ditte prevede ulteriori cali, con una su 10 che dovrebbe perdere più del 5% degli addetti.
Quasi un’impresa su tre considera il “piano casa” un’opportunità di mercato, con modesti effetti sulla crescita, tra il 2 e il 5%, mentre per i restanti due terzi non dovrebbe determinare alcun effetto positivo, almeno nel breve periodo. Ma il Veneto è la “patria delle villette” (l’84% dei fabbricati sono mono o bifamiliari) e il “piano casa” avrà due anni di validità (approvato l’8 luglio 2009) mentre le Dia attivate dureranno tre anni. Dunque è probabile che l’effetto positivo, se ci sarà, si farà sentire soprattutto a partire dal 2011.
«L’edilizia rappresenta il 7% del Pil veneto con circa 9 miliardi e 600 milioni di euro e conta quasi 72 mila imprese con 180 mila occupati – l’analisi di Federico Tessari, presidente Unioncamere del Veneto –. Da 40 anni Unioncamere del Veneto svolge un’indagine trimestrale sulle Pmi manifatturiere sopra i 10 addetti e, con la collaborazione di Confartigianato del Veneto, nel 2006 l’indagine si è estesa alle imprese sotto i 10 addetti, i due terzi del sistema manifatturiero regionale. VenetoCongiuntura è diventata il principale riferimento sia per la numerosità del campione intervistato, quasi 2.000 aziende, sia per la rigorosità della metodologia adottata. Il nuovo strumento Unioncamere-CEAV, a disposizione di istituzioni, amministratori, operatori economici e opinione pubblica, va in una direzione: creare un set di dati statistici sempre più completo e preciso».
«Da un decennio la Cassa ha posto, tra le azioni strategiche per la propria funzione, il monitoraggio statistico del mondo edile regionale – ha detto Sergio Benetello, presidente CEAV –. Un’esperienza, in questo campo, che ci ha posto come interlocutori naturali di Unioncamere nel momento in cui, in una logica di sistema, abbiamo iniziato a discutere la possibile intersezione delle nostre rispettive analisi congiunturali. Quello che presentiamo oggi è un risultato che va oltre la conoscenza scientifica. Ha infatti una grande valenza sindacale perché, per la prima volta in Italia, emancipiamo il sistema economico edile da settore a se stante a parte integrante di un’economia più complessa e sempre più intercorrelata. Sono certo che contribuirà a stimolare e promuovere scelte di politica economica e del lavoro multisettoriali».
«Questa nuova esperienza porta l’edilizia a non ragionare più a spot, ma a cadenze periodiche ravvicinate, fondamentali per monitorare i fenomeni nell'occupazione – il pensiero di Alberto Ghedin, vicepresidente CEAV –. Registrare le tendenze ogni tre mesi, rilevare alcuni dati previsionali oltre ad approfondire alcuni focus nel corso dell’anno, sono un salto di qualità che diviene straordinario per il momento storico in cui diviene operativo. La crisi in atto, le politiche di contrasto, come ad esempio il piano casa della Regione Veneto, vanno costantemente monitorate, analizzate e valutate. La lungimiranza con cui CEAV, CRESME e Unioncamere hanno pensato di evolvere i loro strumenti ricognitivi (la fase di studio si è avviata quasi due anni fa! Ben prima della crisi) è fatto rilevante».
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