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Le infrastrutture viarie e ferroviarie e i Comitati

20/02/2006
La recente proposta di Renato Chisso, Assessore regionale alla Viabilità, di rivedere il percorso della struttura ferroviaria “Gronda sud” e di rinviare la discussione, che in ogni caso dovrà essere condivisa, dopo le elezioni politiche di Aprile, ci sembra sensata e rispondente ai valori di trasparenza che la Regione ha enunciato nella nuova legge urbanistica. Infatti, dato per scontato che le grandi opere e dunque anche le infrastrutture venete, dovranno essere fatte se vorremo considerarci europei con tutti i vantaggi e le incombenze che ciò comporta, la concertazione è l’unica carta da giocare con le istituzioni locali e i Comitati che spesso si oppongono alle grandi opere della viabilità ferroviaria e stradale. E bene ha fatto la Provincia di Padova ha presentare nei mesi scorsi alla cittadinanza e agli enti locali il progetto preliminare del “Piano provinciale della Viabilità” che in gran parte è stato favorevolmente recepito. Ma l’onda della protesta non si placa e il tam-tam su Internet ha fatto scattare nel padovano la proteste contro la “Gronda sud” delle Ferrovie,– un passante ferroviario che dovrebbe collegare la Zip, con Ponte S. Nicolò, Albignasego e la ferrovia Padova-Bologna ad Abano -. E’ evidente che questo movimento della negazione, almeno fino alle elezioni di primavera, si estenderà a macchia d’olio, andando a toccare la Tav - alta velocità ferroviaria – e riprendendo la protesta contro il Gra – Grande raccordo anulare –in alcuni punti difficili come Villafranca, Limena, Cadoneghe e Vigonza. Spesso i Comitati e gli Enti locali vogliono giustamente partecipare alla scelta dei tracciati, ma il più delle volte contrastano queste opere con motivazioni ideologiche, che riflettono proclami di movimenti politici che praticano un ambientalismo strumentale al raggiungimento di visibilità mediatica. Molte volte il solo fatto di proporre una infrastruttura viaria o ferroviaria diventa per alcuni un attentato al territorio. Se tutto ciò si avvererà il territorio veneto, così fortemente urbanizzato, sarebbe vietato a qualsiasi opera strutturale, con i danni allo sviluppo socio-economico che si possono immaginare. A prescindere dalla considerazione che la qualità urbanistica deve essere coniugata con i valori ambientali, alcuni componenti dei Comitati rifiutano sistematicamente qualsiasi intervento nel territorio, con la pretesa di portare avanti l’egoistica protesta del “Nimby” – Not In My Back Yard -, non nel cortile di casa mia. Ora è possibile che alcuni tracciati debbano essere “aggiustati”, ma è necessario essere consapevoli che lo sviluppo e l’evoluzione delle comunicazioni non possono essere ostacolati senza valide motivazioni. Noi abbiamo sempre detto che le grandi opere viarie e ferroviarie debbano essere pianificate con il consenso di tutti gli enti interessati e delle associazioni, ma alcune proteste ci sembrano sopra le righe. Tra l’altro la costruzione della “gronda sud”- che non produce inquinanti ma semmai li riduce come tutte le ferrovie - eviterebbe l’intasamento della linea Padova-Mestre e oltre tutto permetterebbe il transito di una parte della metropolitana di superficie – Sfmr – e darebbe la possibilità ai cittadini di Albignasego e Ponte S. Nicolò di raggiungere la stazione di Padova in dieci minuti. Allora cosa succederà quando inizieranno i lavori del Gra, della Valdastico Sud, dell’Arco di Giano e delle altre opere infrastrutturali previste dal “Piano provinciale della Viabilità” della Provincia di Padova ? Esso tiene conto dello sviluppo della mobilità per i prossimi 10 anni, ma anche della centralità geografica di Padova nel contesto regionale. L’aumento della mobilità è facilmente prevedibile se si pensa agli sviluppi della logistica, che con la delocalizzazione industriale in atto in Italia e nel Veneto è diventata centrale per la nostra economia. Perciò diventano importanti i progetti della rete TAV – treni ad alta velocità - che fa parte del Corridoio 5 e della SFMR – la metropolitana di superficie-. Tutte opere centrali al trasferimento delle merci e dei passeggeri dalla “gomma” al “ferro”. Per gli stessi motivi riteniamo indispensabile la costruzione del GRA –Grande Raccordo Anulare-. E se l’infrastruttura sarà costruita con i dettami della ecosostenibilità essa ridurrà complessivamente del 22% l’inquinamento atmosferico e del 25% gli incidenti stradali. Comunque, lo ripetiamo, la nascita dei Comitati locali, deve anche far riflettere i nostri decisori politici circa l’opportunità di praticare una politica di condivisione ragionevole dei tracciati e l’adozione di tecniche costruttive che minimizzino l’impatto ambientale.



Gianni Genghini Ass. Ambiente e Società, Circolo Embera Katio.

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