Energia, espansione del biogas nel settore agricolo
Come mai? I vantaggi della diffusione del biogas in agricoltura sono notevoli e si possono riassumere, come segnala il Settore Studi economici di Veneto Agricoltura, nella valorizzazione degli scarti organici e nella riduzione dell’effetto serra, anche attraverso la produzione ed utilizzo di energie rinnovabili.
In particolare in ambito zootecnico non sono trascurabili altri vantaggi legati alla stabilizzazione e deodorizzazione dei liquami, la devitalizzazione dei semi infestanti e la riduzione della carica patogena. Ciò consente un forte miglioramento della sostenibilità degli allevamenti e in generale un’importante integrazione di reddito, sia attraverso la vendita dell’energia elettrica che grazie all’aumento dell’autonomia energetica.
Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-13 sta dando perciò un forte contributo all’espansione degli impianti per la produzione di biogas tra le aziende agricole. La combinazione di provvidenze messe a disposizione dal PSR e le forme di incentivazioni legate ai certificati verdi stanno quindi favorendo gli investimenti delle aziende agricole in questa area.
Rispetto alla potenza elettrica, quasi tutti gli impianti hanno dimensioni inferiori a 1 MW (38 impianti in Veneto); in termini di investimento da sostenere e di efficienza energetica, questa soluzione è la più appropriata per gli allevamenti e per le aziende agricole, le quali utilizzano in maggior parte biomassa di provenienza interna o con eventuali aggiunte esterne.
Quali le principali fonti di biomassa? Gli impianti vengono per lo più alimentati da reflui di origine zootecnica (26), tra i quali dominano quelli di origine bovina (18), in genere integrati da prodotti agricoli vegetali (cereali), che sono utili al miglioramento del processo di fermentazione anaerobica. Diversi impianti (12) hanno come fonte esclusiva proprio i prodotti agricoli vegetali, che possono anche essere coltivati a questo fine. Un ultimo interessante dato: sono due gli impianti che si basano esclusivamente su forniture esterne
Fonte: Regione Veneto