Emergenza siccita’: incertezze ed insensibilita’ condannano a morte l’agricoltura nella Pianura Padana
A fronte dell’attuale crisi di portata, che ha toccato i minimi storici e sta arrecando danni gravissimi al Delta Polesano con il rischio di conseguenze irreversibili sull’ambiente e l’economia locale, si registra che:
1) c’è sensibilità delle Istituzioni sul tema e quella del Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ne è testimonianza concreta che sottolineiamo con soddisfazione
2) per dare risposta immediata all’emergenza bisognerà probabilmente chiedere ulteriori rilasci dai bacini idroelettrici montani
3) alcune società energetiche hanno programmato, nel mese di agosto, la manutenzione di impianti idroelettrici con conseguente sospensione degi afflussi idrici verso valle
4) in Lombardia non c’è disponibilità ad ulteriori rilasci dal lago di Garda, l’unico grande bacino i cui livelli danno ancora sicurezza
5) dal Piemonte sono disponibili a maggiore afflussi nel Po dal bacino della Dora (pari a 8 milioni di metri cubi al secondo) ma probabilmente tale incremento non supererebbe i confini del Piemonte per la mancanza di uniforme programmazione nelle derivazioni lungo l’asta fluviale.
A fronte di tutte queste incertezze ed impedimenti viene da chiedersi: ma la Legge non prevede che dopo l’uso umano (a Porto Tolle è ormai impedito l’utilizzo dell’acqua potabile, perché salata!) venga quello agricolo?
Ha ragione il Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, quando afferma che il problema Po non è semplice e che necessita di soluzioni articolate, che devono impegnare tutti i soggetti coinvolti. La Bonifica ne è consapevole: con oculatezza, unanimemente riconosciuta, sta gestendo le scarse risorse idriche disponibili, limitando i danni all’agricoltura; contestualmente sta chiedendo, con forza, lo sblocco dei finanziamenti per il Piano Irriguo Nazionale finalizzati ad ammodernare e ristrutturare la rete irrigua; va anche ricordato che, negli anni recenti, si è fortemente ridotto il fabbisogno idrico in agricoltura, oggi sceso sotto il 50% degli usi idrici nazionali.
E’ evidente, però- conclude Gargano- che qualsiasi confronto anche sui futuri ordinamenti colturali necessita di un’agricoltura in vita, mentre oggi, ad iniziare dal Delta polesano, una diffusa insensibilità la sta fortemente compromettendo.”
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