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Il mistero della Stella Cometa di Natale

24/12/2009
Spesso in queste notti invernali la volta stellata è così tersa e nera che la Via Lattea ci appare, bellissima, in tutto il suo splendore. L’osservazione del cielo notturno è tipica delle persone romantiche, a parte gli astronomi che lo fanno per mestiere, ma se l’atteggiamento si verifica durante le festività natalizie tra le motivazioni c’è anche la voglia di indagare su alcuni misteri che hanno incrociato la nascita di Gesù. La premessa è naturale se vogliamo parlare della Stella di Natale, che solitamente è raffigurata come una stella cometa che transita sopra Betlemme. Ma sulla presenza della cometa sul cielo di Betlemme esistono opinioni diverse. Le comete in passato erano considerate portatrici di eventi importanti e la nascita di Gesù, per i credenti, è stato uno di questi. Anche ora quando vediamo una cometa molti di noi provano un senso di stupore misto a una vaga apprensione. Dunque cosa fu visto quella notte sopra la capanna dove nacque Gesù? Perché prima del 1300 si parlava solo di Stella di Betlemme e non di Cometa? Una cosa è certa, fu Giotto a dipingere per primo nel 1303 la cometa nell’affresco della Natività nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Si dice che il pittore avesse visto pochi anni prima la cometa di Halley e grande fu la sua emozione che la volle dipingere nell’affresco degli Scrovegni. Ma riguardo alla cometa di Halley, citata dai cinesi e che anche noi abbiamo visto nel 1997, qualcuno obietta che quella cometa non poteva essere quella di Betlemme perché la nascita di Gesù è collocata tra l’8 a.C. e il 4 d.C., mentre la cometa fu vista nel 12 a.C. Insomma cos’era l’astro luminoso che i Re Magi seguirono per arrivare a Betlemme? Perché allora non indagare sull’ipotesi fatta da Keplero nel 1604, quando vide una spettacolare congiunzione tra Giove e Saturno e data la singolarità dell’evento pensò che un avvenimento del genere potesse essere stato visto anche dai Re Magi, che dalla lontana Persia, si erano mossi per andare in Galilea. Egli fece dei calcoli e ne dedusse che un tale evento poteva essere avvenuto nella costellazione dei Pesci nel Giugno del 7 a.C. Ma le ipotesi non sono finite. Nel Vangelo di Matteo, scritto nel 50 d.C. si legge che i Magi chiesero alla gente “dov’è nato il Re dei Giudei"? “Noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo”. Dunque i Magi venivano dall’Oriente. Dai doni preziosi che portavano – oro, incenso e mirra – e dagli abiti che indossavano dovevano essere dei re o dei sommi sacerdoti. E se venivano dalla Persia avevano percorso almeno una distanza di circa 1000 km. E se i Magi avevano viaggiato sui cammelli il viaggio non sarebbe durato meno di un mese. Leggendo il Vangelo di Matteo scopriamo che la parola “astron” è citata come l’oggetto che si vedeva sopra la capanna di Gesù. E siccome allora le comete erano considerate dei fenomeni meteorologici e non del cielo stellato, era una stella e non una cometa. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che ad annunciare Gesù sia stata l’esplosione di una “supernova”. Ipotesi poco plausibile perché pur essendo un evento celeste eccezionale dura solo pochi giorni ed è un punto luminoso fisso nel cielo e dunque non poteva essere seguito dai Re Magi. E allora cosa ci rimane? Forse l’ipotesi più plausibile è una tripla congiunzione planetaria. Esiste un documento dei babilonesi, l’almanacco Sippar, scritto circa 2000 anni fa, che parla della congiunzione di tre pianeti avvenuta nel 7 a.C. I pianeti citati dai babilonesi sono Marte, Giove e Saturno. In questo caso il discorso sarebbe diverso. Proviamo ad immaginare un simile evento: tre pianeti che si incontrano e moltiplicano per mille il loro splendore. Nulla potrebbe rappresentare meglio l’evento straordinario della nascita di Gesù.

Gianni Genghini

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