Bozum: scorre acqua emiliana grazie ai Consorzi di Bonifica
“Nel contesto disagiato centrafricano l'acqua, al sicuro da parassiti, più di ogni altra cosa, è vita per uomini, donne e specialmente bambini – dice Emilio Bertolini, presidente dell’Unione Regionale delle Bonifiche dell’Emilia Romagna (Urber) – Portare l’acqua potabile in superficie è quanto di più necessario per il costituirsi di una cultura dell’igiene presso la comunità locale. Per tale ragione, quest’anno i Consorzi di Bonifica della regione, che hanno aderito all’iniziativa, hanno rinunciato alle regalie natalizie e devoluto le risorse per la realizzazione di questo pozzo in Centrafica stanziando 13 mila euro”. Tredicimila euro sono stati destinati alla trivellazione, altre risorse occorrono alla formazione di chi utilizza il pozzo. “I costi di trivellazione a 30, 50 o 70 metri di profondità sono molto alti e occorre una continua cura e manutenzione del pozzo, per assicurarne la perennità – dice Padre Aurelio Gazzera – L’impegno delle Bonifiche dell’Emilia-Romagna è stato fondamentale per le realizzazione di questa importante opera”.
Attraverso il progetto La Forma del Cuore: Acqua di vita, si è deciso di operare in un luogo molto importante: la scuola media superiore di Bozoum, che accoglie ogni giorno 1200 alunni, provenienti da Bozoum stessa e dai villaggi vicini, che possono ora usufruire dell’acqua che sgorga dal pozzo e di un minimo d’iniziazione alle pratiche di igieniche. Il sito individuato si trova all’uscita della città capoluogo di Prefettura, che corrisponde grosso modo a una regione italiana. La città conta, infatti, circa 18 mila abitanti, a cui vanno aggiunti almeno 2 mila rifugiati, fuggiti da paesi vicini a causa dei ribelli che infestano alcune aree.
Il pozzo è stato scavato dalla ditta americana specializzata Integrated Community Development International e ha queste coordinate: 6° 19’ 516” Nord e 16° 21’ 970” Est. Altitudine 721 metri sopra livello del mare, profondità 45,25 metri; per quanti vogliano verificare l’operato dell’attività proposta, realizzata al 61% con i fondi raccolti e al 39% finanziata da risorse e manodopera locali.
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