È pericoloso mangiare le carni bianche?
Dal 17 ottobre, poi, è partita la “carta d’identit ” del pollame italiano, ossia il provvedimento che rende obbligatoria l’etichetta per le carni bianche e che permette così al consumatore di conoscere tutta la storia del prodotto, dall’allevamento alla produzione. In particolare sull'etichettatura sono presenti dei codici con il nome o la sigla del paese d’origine della carne (per esempio Italia o IT), l’allevamento di provenienza, il numero di lotto dello stabilimento di macellazione e di sezionamento, come gi avviene per le carni bovine. La certificazione dei prodotti permette così ai cittadini di poter scegliere il pollame proveniente dagli allevamenti italiani che, secondo quanto rilevato dalla Fao, sono sicuri.
E’ bene sapere:
· La cottura convenzionale (a temperatura uguale o superiore ai 70°C in tutte le parti del prodotto) rende inattivo il virus H5N1. Le carni bianche cotte in questo modo saranno perciò sicure da consumare
· Il virus H5N1, se presente nelle carni bianche, non viene ucciso dalla refrigerazione o dal congelamento
· La macellazione casalinga e la preparazione di pollame morto o malato a scopi alimentari è rischiosa: questa pratica deve essere fermata
· Le uova possono contenere il virus H5N1 sia all’esterno (sul guscio) che all’interno (nell’albume e nel tuorlo). Le uova provenienti da zone in cui sono presenti focolai di H5N1 nelle specie avicole non dovrebbero essere consumate crude o poco cotte. Le uova crude non dovrebbero essere usate per cibi che non saranno cucinati, messi in forno o comunque non trattati con il calore
· Non c’è nessuna prova epidemiologica che indichi che qualcuno sia rimasto infetto dal virus H5N1 dopo il consumo di carne e uova cotte in modo corretto
· Il rischio più grande di esposizione al virus avviene attraverso la manipolazione e la macellazione di pollame vivo infetto. Durante la macellazione e la successiva manipolazione, le comuni prassi igieniche sono essenziali al fine di prevenire l’esposizione attraverso la carne cruda o la contaminazione dal pollame verso altri alimenti, verso superfici su cui si prepara il cibo, o verso le attrezzature utilizzate in cucina.
In ogni caso, la rete di sorveglianza istituita in Italia non ha finora segnalato alcun caso di influenza aviaria in animali di allevamento Il PresidenteRegionale Carlo Garofolini