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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Quale futuro per la tutela della biodiversità nell'UE?

21/01/2010
A livello internazionale, il 2010 è l'anno della biodiversità. Nonostante gli sforzi compiuti finora, molte specie continuano a estinguersi a un ritmo allarmante, con pesanti conseguenze sugli equilibri per la vita sul pianeta. L'UE intende elaborare, prima della fine dell'anno, un quadro strategico in materia di biodiversità e presenta oggi quattro possibili obiettivi, con diversi gradi di ambizione per i 27 paesi europei.

Oltre un terzo delle specie controllate sono in pericolo di estinzione e si stima che il 60% degli ecosistemi abbiano subito un degrado negli ultimi 50 anni. All'origine di tale perdita c'è l'attività umana, con il cambiamento della destinazione d'uso dei terreni, lo sfruttamento eccessivo, l'inquinamento e l'introduzione di specie invasive, che portano alla distruzione, alla frammentazione e al degrado degli habitat e delle specie. Anche il cambiamento climatico è un fattore determinante, tale da mettere in pericolo anche l'approvvigionamento di cibo e acqua.

Il documento europeo considera gli effetti nel medio (anno 2020) e lungo periodo (2050), per preservare, valorizzare e, se necessario, ripristinare la biodiversità e i servizi ecosistemici che la natura ci offre. I benefici sono importanti anche per la prosperità economica e il benessere umano e per evitare i cambiamenti catastrofici legati alla perdita di biodiversità.

Nel prossimo decennio si potranno, a seconda dell'impegno che si vorrà dedicare a questo tema, raggiungere diversi obiettivi, legati all'arresto o comunque al rallentamento in misura significativa del ritmo della perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell'UE. Stabilire una strategia comune europea ci permetterà di presentarci in posizione di forza ai prossimi negoziati internazionali sulla biodiversità, che si terranno in autunno a Nagoya, in Giappone.

Il commissario europeo per l'ambiente Stavros Dimas ha dichiarato: "Ci impegneremo ancora più a fondo dopo il 2010. Nel campo della biodiversità abbiamo bisogno di una nuova visione strategica e nuovi traguardi, che tengano conto della costante perdita di specie e che rispecchino l'importanza che attribuiamo a questo problema."

Nel 2001 l'UE si era prefissa di arrestare la perdita di biodiversità nel proprio territorio entro il 2010. Nonostante i notevoli sforzi compiuti vi sono tuttavia segnali evidenti che questo obiettivo non sarà raggiunto. Uno studio recente sul valore economico degli ecosistemi e della biodiversità mette in evidenza il fatto che l'impoverimento dell'ambiente naturale ha ripercussioni economiche, di gran lunga sottovalutate.

http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/policy/index_en.htm

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