Tutela territorio: UE plaude agli sforzi degli agricoltori
Lo studio pesca nell'ampia gamma di beni pubblici ambientali e sociali forniti dai produttori agricoli italiani, spaziando dalla coltivazione di riso nelle pianure piemontesi e lombarde, all'iniziativa delle "oasi verdi" della Plasmon in Veneto, che dove gli agricoltori sono impegnati a coltivare con un minor impatto ambientale. Viene anche sottolineata come una buona pratica l'iniziativa "chilometri zero" e dei sempre più diffusi "Farmers' market" che mettono in rete le aziende agricole per ridurre i costi di trasporto non soltanto dal punto di vista economico, ma anche da quello ambientale (www.farmersmarket.it). Coldiretti è l'organizzazione che sostiene la vendita diretta dei prodotti a livello locale, in modo che il cibo non viaggi.
Altre esperienze segnalate a livello europeo sono quelle praticate sull'ammodernamento dei sistemi di irrigazione delle aziende agricole in Lombardia, che portano a un notevole risparmio di risorse idriche. Altro esempio, l'eco-turismo in Friuli Venezia Giulia e in Veneto: l'esperienza ha contribuito notevolmente a ridare vitalità a molte zone rurali, dove i turisti vengono attratti anche dalla qualità e autenticità dei prodotti associati a queste terre. Sono anche segnalate le forti campagne di sensibilizzazione sul territorio, promosse da associazioni e ONG ambientaliste quali WWF e Legambiente.
Da tempo la politica agricola comune (PAC) dell'Unione europea è legata in modo molto stretto a precisi obiettivi di protezione ambientale, che condizionano anche la concessione di aiuti agli agricoltori. Questa politica svolge un ruolo fondamentale nel permettere agli agricoltori di offrire beni e servizi ambientali. La relazione (http://ec.europa.eu/agriculture/analysis/external/public-goods/index_en.htm) è stata realizzata dall'Istituto per la politica ambientale europea per conto della Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione europea.
Il ruolo dei produttori agricoli europei è essenziale nel fornire beni pubblici ambientali e sociali di diverso tipo, come la conservazione di paesaggi di rilevanza culturale, dell’avifauna dell’habitat agricolo (vengono citate molte specie a rischio di estinzione in Europa, dall'aquila imperiale all'otarda), nonché dei prati a elevata diversità di specie, di cui è ricca l’Unione. I produttori agricoli gestiscono inoltre i terreni in modo da salvaguardare gli stock di carbonio e aiutano a preservare l’elevata qualità di acque e suoli.
I risultati di questo studio giungono in un momento in cui si intensifica il dibattito sulla PAC e se ne discutono obbiettivi e priorità per il periodo successivo al 2013, quando l'UE entrerà in una nuova fase di bilancio. Attualmente circa il 40% dell'intera dotazione finanziaria dell'UE va alla politica agricola e di sviluppo rurale, che negli anni si è sempre più spostata verso obiettivi complessivi di gestione del territorio. Ma la ricerca evidenzia anche che molti dei beni pubblici legati all'agricoltura sono insufficienti e tale carenza si farà verosimilmente più grave in futuro, di fronte a minacce quali le oscillazioni dei prezzi dei beni-rifugio, i fattori tecnologici e l’impatto dei cambiamenti climatici: per questo sarà necessario un intervento più incisivo.
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