Il Consiglio di Stato sulle coltivazioni transgeniche
La decisione del Consiglio di Stato costituisce una novità di tutto rilievo - commenta il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni -. Adesso l’Amministrazione ha novanta giorni per dare una risposta alle migliaia di agricoltori che vogliono sapere se è possibile o meno utilizzare anche in Italia le moderne biotecnologie di cui tutto il mondo, ma anche altri Paesi europei, usufruiscono”.
Si sblocca così l’impasse che caratterizza la vicenda nel nostro Paese. Sono anni, infatti, che non si provvede a disciplinare la materia rinviando il problema. L’episodio più recente è lo stop alle “linee guida” in materia di coesistenza che stavano per essere approvate dalla Conferenza Stato Regioni.
In Italia non si possono utilizzare, né per la coltivazione né per la sperimentazione quelle varietà transgeniche che hanno già ottenuto l’autorizzazione da parte delle istituzioni comunitarie per la parte che attiene agli aspetti sanitari ed ambientali.
“Il paradosso italiano - prosegue Vecchioni - è che, mentre si importano e si utilizzano notevoli quantità di derivati di mais e soia transgenici, ai nostri produttori si impedisce da anni di accedere a tali innovazioni. Con un ostracismo ideologico che richiama quel ‘no al nucleare’ che tanto è costato negli ultimi anni al sistema Paese. Intanto il contatore delle perdite dei maiscoltori continua a girare e anche la ricerca scientifica italiana rimane al palo”.
Ettari coltivati a mais transgenico in Europa
(fonte: elaborazione Confagricoltura su dati Gmo Compass e altre fonti)
Ha %
Spagna 79.269 73,6%
Rep. Ceca 8.380 7,8%
Portogallo 4.851 4,5%
Germania 3.171 2,9%
Slovacchia 1.900 1,8%
Romania 7.146 6,6%
Polonia 3.000 2,8%
Totale mais GM 107.717 100,0%