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SISTRI: complesso e costoso per artigiani, serve gradualità

03/02/2010
Registrazione, risposta, codice pratica, ritiro token Usb e black box presso la Ccia o la sezione Albo gestori, Pin, Puk, username e password, certificato digitale, firma elettronica, Comitato di vigilanza e controllo. Un labirinto, nel quale è facile perdersi: questo sono i nuovi requisisti e procedure con cui dovranno fare i conti dal 1 aprile (bello scherzo!) decine di migliaia di imprese artigiane obbligate ad iscriversi al SISTRI per la gestione dei rifiuti.

Il Sistri è l’acronimo che indica il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti. Il nuovo sistema che il Ministero dell’ambiente ha messo a punto e che elimina Mud, registri e formulari, cioè tutta la carta che da anni affolla e complica l’operatività dei produttori e dei gestori di rifiuti.

“Condivisibile nelle finalità di favorire una maggiore trasparenza sul flusso dei rifiuti, il Sistri si sta rivelando però un sistema troppo complesso e costoso per le piccole imprese, in particolare quelle di servizio alla persona come autoriparatori, pulisecco, acconciatura ed estetica, per citarne solo alcune”. E’ quanto sostiene Confartigianato del Veneto: “Con l’avvio delle procedure telematiche previste dal Sistri –sottolinea il Presidente Claudio Miotto- ci aspettavamo una reale semplificazione delle attuali modalità per tracciare il percorso dei rifiuti. Invece, paradossalmente, le procedure si sono maggiormente burocratizzate, i costi per le imprese sono balzati alle stelle e sono superiori a quelli necessari per gestire i formulari cartacei del MUD, il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale”.

Insomma, dalla padella alla brace: “Non posso esimermi dal pensare che ogni guasto dell’apparecchiatura bloccherà il lavoro quotidiano con costi e disagi enormi –prosegue Miotto- Questa è l’esperienza drammatica che abbiamo vissuto recentemente con un’altra procedura informatica, quella per le revisioni degli autoveicoli“.

Secondo Confartigianato del Veneto, inoltre, sono troppo ristretti i tempi previsti per l'operatività del nuovo sistema. Entro il 28 febbraio prossimo devono aderire al sistema iscrivendosi tramite il portale www.sistri.it le aziende (ed enti) con più di 50 addetti, ma dal 1 aprile l’obbligo scatterà per tutti gli altri previsti dalla norma. Troppo pochi due mesi per far mettere in regola 50mila aziende artigiane solo nel nostro Veneto.

“Siamo determinati –conclude Miotto- a chiedere alcune modificazioni al Ministro Stefania Prestigiacomo. Innanzi tutto, occorrono sei mesi di “campagna informativa” per il primo gruppo di soggetti obbligati (trasportatori, smaltitori e imprese con più di 10 dipendenti) e delle imprese autorizzate all’installazione delle black box. Inoltre, l’applicazione deve passare attraverso un periodo di rodaggio, di sperimentazione, e deve avvenire con gradualità. Insomma, occorre mettere in grado le aziende di ricevere la formazione adeguata per gestire correttamente i nuovi obblighi. Formazione che i nostri “uffici ambiente” delle Associazioni/Unioni provinciali di Confartigianato hanno già iniziato ad erogare attraverso i 147 sportelli mandamentali distribuiti in tutto il territorio regionale. Terzo, e non meno importante: l’introduzione del nuovo sistema deve rappresentare un effettivo taglio alla burocrazia e un significativo abbattimento dei costi. Se invece, come tutto oggi lascia supporre, ci troveremo alle prese con maggiori oneri burocratici e maggiori costi, si rischia di far chiudere un buon numero di aziende. A crescere sarebbe solo il lavoro nero, che non è controllabile”.

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