Dissesto idrogeologico: presentata la proposta di piano Anbi
Riportiamo la sintesi del documento, presentato dall’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni:
L’Italia ha un territorio fragile: secondo il Ministero dell’Ambiente, il 68,6% dei comuni ricade in aree classificate ad alto rischio idrogeologico, che interessano il 7,1% della superficie territoriale (2.150.410 ettari).
La tutela ed il risanamento idrogeologici, tramite la prevenzione, costituiscono priorità strategiche per garantire al Paese le condizioni indispensabili per la ripresa della crescita economica.
Tali obiettivi sono conseguibili solo se uniti ad un’azione volta a combattere l’abusivismo edilizio e per l’ osservanza delle regole sull’uso del suolo.
La fragilità del territorio risulta infatti aggravata dalla intensa urbanizzazione: nel solo periodo 1990-2005 si stima il consumo del suolo in 3.665.261 ettari, vale a dire una superficie pari a quella delle regioni Lazio; Abruzzo e Umbria assieme; nello stesso periodo, ai fabbricati già esistenti, si sarebbero aggiunti altri 3,139 miliardi di metri cubi di capannoni industriali e lottizzazioni residenziali.
Per ridurre il rischio idrogeologico presente nel nostro Paese, l’ANBI propone un piano pluriennale di interventi, perlopiù immediatamente cantierabili, relativo ad azioni, per le quali vi è la competenza dei consorzi di bonifica.
Il piano proposto, frutto di un monitoraggio svolto sul territorio, richiede un importo complessivo di 4.183 milioni di euro da reperire anche attraverso una proiezione quindicennale dell’impegno di spesa, che potrebbe realizzarsi mediante mutui.
E’ un importo consistente (pari a circa 1/15 della manovra finanziaria del 2010) ma è appena un quinto della spesa sostenuta per tamponare i danni delle catastrofi idrogeologiche, verificatesi del decennio 1994-2004 (20.946 milioni di euro).
Il piano proposto dall’ANBI interessa:
* lavori di adeguamento e ristrutturazione dei torrenti e delle rogge (anche con interventi di ingegneria naturalistica) ed interventi per il ripristino delle frane sulle sponde dei canali
* lavori di manutenzione straordinaria e di adeguamento del reticolo idraulico di bonifica, delle centrali idrovore e degli argini
* interventi di manutenzione del reticolo idraulico a difesa dei centri abitati
* realizzazione di opere per il contenimento delle piene (casse di espansione, canali scolmatori) al fine di smaltire gli elevatissimi volumi idrici derivanti dai bacini montani e che giungono a valle sempre più rapidamente
* adeguamento delle infrastrutture idrauliche al territorio urbanizzato
* lavori di stabilizzazione delle pendici, collinari e montane
Si tratta di azioni rientranti nell’ambito delle competenze consortili, ma che hanno bisogno, per un più efficiente risultato, degli interventi e delle azioni delle altre istituzioni locali, realizzandosi il tanto auspicato federalismo cooperativo;
conseguentemente è necessaria concertazione e collaborazione sul territorio attraverso la stipula di protocolli d’intesa ed accordi interistituzionali.
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