Il 2010 è l'Anno europeo contro la povertà e l'esclusione sociale (www.2010againstpoverty.eu). In Italia sono previste una serie di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica, gli operatori, in primis quelli del volontariato e le parti sociali, e i responsabili politici e amministrativi a tutti i livelli, sulle sfide enormi legate al fenomeno, che è stato accentuato negli ultimi mesi a causa della crisi economica. È proprio in questi primi mesi dell'anno, infatti, che gli effetti negativi della crisi mondiale si sono riversati dal settore finanziario a quello produttivo, colpendo in particolare le imprese e i lavoratori.

In Italia, nel 2008 le persone povere erano quasi nove milioni, cioè il 13% dell'intera popolazione, secondo i dati dell'Istat. Il 4,6% delle famiglie sono in condizione di povertà assoluta, ovvero incapaci di soddisfare i bisogni di base come il nutrimento, l'acqua potabile, la salute, l'alloggio e l'educazione. Nel Mezzogiorno il fenomeno è più diffuso e sfiora l'otto per cento. La condizione di povertà assoluta peggiora tra le famiglie di quattro componenti, in particolare coppie con due figli, soprattutto se minori, tra le famiglie con a capo una persona con licenza media inferiore, con meno di 45 anni o con a capo un lavoratore autonomo.

In Europa, invece, sono circa 80 milioni i cittadini europei che vivono in povertà. Secondo Eurostat, mentre la povertà "estrema" tocca soprattutto alcuni gruppi, come i Rom, quella "relativa" è la forma di povertà più diffusa. In questo caso, le entrate e le risorse non permettono alle persone di vivere secondo gli standard considerati accettabili nel loro contesto sociale. In Italia le famiglie che si trovano in queste condizioni sono l'11,3%. Il fenomeno è più diffuso nel Mezzogiorno (23,8%) dove l'incidenza è quasi cinque volte superiore a quella del resto del Paese (6,7% nel Centro e 4,9% nel Nord) e tra le famiglie più numerose. La più bassa incidenza di povertà relativa si registra in Emilia Romagna (3,9%), seguita dalla Lombardia e dal Veneto con valori inferiori al 5%.

La crisi economica ha aggravato questi dati e potrebbe avere ripercussioni di lungo termine. Il diritto a vivere dignitosamente è riconosciuto come diritto fondamentale dall'UE, e in particolare dal nuovo Trattato di Lisbona, eppure un cittadino europeo su sei vive in condizioni di povertà. Ecco perchè la questione diventa prioritaria, e l'UE consacra il 2010 a sensibilizzare governi e cittadini su questa realtà.

Le iniziative italiane sono promosse dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali. Il Ministro Sacconi ha lanciato l'Anno europeo in un evento che si è tenuto all'Opera Cardinal Ferrari di Milano, in presenza delle autorità europee, regionali e cittadine. L'anno europeo dedica un budget di 17 milioni di euro alle azioni a favore dell'inclusione negli Stati membri, un budget più elevato di qualsiasi altro "anno europeo".