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Urbanistica e agricoltura - un rapporto difficile

04/08/2006
“È proprio uno strano modo di garantire il presidio del territorio”– è il commento a caldo di Giorgio Piazza presidente regionale di Coldiretti all’approvazione del disegno di legge 150 avvenuta venerdì scorso da parte del Consiglio Veneto. Il testo di legge in questione doveva finalmente avviare l’applicazione della nuova e rigorosa legge urbanistica regionale (la 11 del 2004) anche per le zone agricole e per le imprese agricole, impossibilitate ad ogni intervento edilizio dall’ottobre 2005. Ma così è stato solo in parte: infatti la nuova leggina non consente agli imprenditori agricoli l’edificazione di abitazioni per sé o per i propri dipendenti fino a che i Comuni non approveranno i nuovi PAT (Piano assetto del territorio) e i PI (Piano degli interventi) – cosa che non avverrà se non nei prossimi anni.

Agli agricoltori invece la legge 11/04 consente l’edificazione sino a 1.200 mc di abitazione, ciò riconoscendo da un lato l’esigenza della presenza in loco per le coltivazioni e per gli allevamenti e da un altro il ruolo attivo di custodi del territorio svolto dagli imprenditori agricoli professionali.

“Questa norma estiva impedisce agli agricoltori – continua Piazza - di esercitare temporaneamente un diritto riconosciuto dalla legge fondamentale e contemporaneamente invece estende parte di questo diritto (l’ampliamento delle abitazioni esistenti sino a 800 mc) a chiunque risieda in zona agricola, anche se per le sue attività non ha nulla a che vedere con l’agricoltura.

Per fortuna che la Regione Veneto ha sbloccato almeno le ristrutturazioni e la realizzazione di strutture agricolo produttive (cantine, stalle, magazzini, …).

Non si capisce perché nessuno si sogni di mettere uno stop alla costruzione di capannoni destinati alle altre attività economiche, mentre nel caso dell’agricoltura solo oggi usciamo da dieci mesi di blocco totale. E non è il primo episodio in cui la Regione pare dimenticare le 100.000 imprese agricole venete, gli oltre 8.500 chilometri quadrati coltivati, i 120.000 occupati e i 5 miliardi di euro di produzioni realizzate!”

È fondamentale – secondo Piazza - che la Regione Veneto si renda conto della delicatezza della profonda fase evolutiva che sta caratterizzando il settore agroalimentare, che conferma la nostra agricoltura ai primi posti per innovatività, qualità e competitività. Il mantenimento di questo primato è causa ed effetto della presenza di un tessuto imprenditoriale diffuso e qualificato. Un tessuto diffuso che è anche garanzia di sicurezza del territorio, di salvaguardia dell’ambiente e di qualità della vita, per l’intera comunità regionale.

“Questo asset fondamentale della nostra economia e della competitività del Veneto – conclude Piazza - chiede le condizioni per contribuire allo sviluppo sostenibile della regione, vedendo riconosciuti ed esercitati i diritti attribuiti. Anche in materia di urbanistica, tutela ed edificabilità del territorio!”.

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