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L’identità italiana a Gusto in Scena

05/03/2010
Si è conclusa con grande successo di pubblico e di idee la 2° edizione di Gusto in Scena, svoltosi a Venezia al Molino Stucky Hilton Venice nei giorni scorsi. L'evento europeo che ha richiamato oltre 3500 visitatori tra addetti ai lavori, giornalisti ed appassionati, ha visto nel talk show di mercoledì 3 marzo una chiusura che ha suscitato grande interesse. Tre gli appuntamenti della manifestazione: I Magnifici Vini, rassegna di aziende vinicole di Italia, Austria, Francia e Slovenia; Seduzioni di Gola, selezione di prodotti gastronomici rari e preziosi, e Chef in Concerto, dedicato ai grandi chef. Proprio Chef in Concerto ha “messo al lavoro” grandi chef attorno al tema dell’identità della cucina italiana per arrivare ad un pensiero comune. Forse questo risultato non è stato ottenuto ma sono uscite delle interessanti riflessioni nell’ambito del talk show finale che si è aperto con la risposta di Marcello Coronini: “l’identità della cucina italiana è la capacità dei nostri cuochi di aver interpretato in passato, di interpretare oggi e in futuro, con la loro creatività, la più grande varietà di materie prime esistente in Europa.” Durante il dibattito che ha visto come conduttore Marcello Coronini e come ospiti Fausto Arrighi, Direttore Italia Guida Michelin e Alfonso Jaccarino, si sono verificati numerosi interventi.. Definire la cucina italiana non è facile perchè’ ci portiamo dietro l’eredità del Rinascimento che ha visto la nascità di molte cucine legate alle singole regioni, a differenza della Francia, in cui dopo la Rivoluzione è nata una cucina nazionale.. L’unico elemento che unisce quindi l’Italia è la ricchezza di materie prime e la capacità straordinaria dei cuochi di interpretarle..Secondo Coronini “storicamente sono le nonne, le prime a valorizzare le materie locali visto che 100 anni fa in ogni punto del nostro paese si lavorava, per forza di cose, a kilometro zero e si creavano piatti solo con quello che offriva il territorio circostante.. Ribadisce Alfonso Jaccarino che le nonne sono state le prime depositarie delle ricette italiane, mentre successivamente sono i cuochi ad interpretare e modernizzare la tradizione allegerendola e adeguandola a un tipo di vita diverso. Grazie a loro, nonostante le difficoltà e le contaminazioni, l’Italia è ancora il paese dove l’influenza etnica è relativa, quello dove si mantiene un carattere preciso. Un’eredità quella delle nonne di cui i grandi chef sono divenuti oggi i depositari, dal momento anche che le donne dedicano sempre meno tempo alla cucina.. Spetta ai cuochi adoperarsi per valorizzare i prodotti rari e speciali del territorio e farli conoscere in modo che i piccoli produttori possano continuare a lavorare.. Secondo Fausto Arrighi, tuttavia, la ricerca degli chef spesso non viene del tutto capita dal consumatore, che ancora non apprezza come dovrebbe la grande cucina. Diventa molto importante educare il consumatore e fargli capire che una cucina di un certo livello ha un costo adeguato. Arrighi fa giustamente un paragone con la Francia dove chiunque ritiene importante almeno una volta all’anno pranzare in un grande ristorante.

Per promuovere questa crescita è nato Gusto in Scena che, in un solo luogo, ha richiamato migliaia di visitatori offrendo loro la possibilità di conoscere vini straordinari a I Magnifici Vini, prodotti rari a Seduzioni di Gola e ad avvicinarsi alla ristorazione di eccellenza con Chef in Concerto. I numeri di questo successo, 3500 visitatori, sono la dimostrazione che, anche se il consumatore forse non è ancora del tutto preparato, il suo interesse è alto e va coltivato con eventi come questo.

Anche per questa seconda edizione, Marcello Coronini ha dato ampio spazio ai giovani, ospitando gli allievi di alcuni istituti alberghieri del territorio e, come nel 2008, un gruppo di Jeunes Restaurateur D’Europe che, attraverso la collaborazione del presidente Emanuele Scarello, sono stati informati dell'evento.

Gusto in Scena ha, infine, portato un’interessante prospettiva internazionale, grazie alla partecipazione a Chef in Concerto di cuochi di Spagna, Austria e Slovenia. Da quest’ultimo paese è venuta una provocazione: la proposta della chef stellata Ana Ros di una ricetta a base di carne d’orso. Una proposta che ha forse scioccato qualcuno ma che ha offerto anche ai grandi chef presenti in sala una dimostrazione di come la ricerca possa fare riscoprire materie prime oggi divenute inusuali ma che fanno parte della tradizione culinaria di un paese.

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