Marchio per il patrimonio culturale europeo
Secondo il sistema vigente, finora hanno ottenuto il marchio sessantaquattro siti. In Italia sono i luoghi natale di Rossini, Puccini e Verdi, l'Isola di Ventotene, il Palazzo del Campidoglio a Roma e il luogo natale di Alcide De Gasperi. Negli altri Paesi europei si va dalla casa di Robert Schuman, lo statista francese che è stato tra i padri fondatori dell’UE, sita a Scy-Chazelles in Lorena, ai cantieri di Danzica in Polonia, culla di Solidarność, il primo sindacato indipendente in un paese del Patto di Varsavia e che ha contribuito a scatenare gli eventi grazie ai quali il continente si è unificato al termine della Guerra fredda.
In base al nuovo sistema, ogni stato dell'UE potrà nominare sino a due siti destinati a ricevere il nuovo marchio per il patrimonio culturale europeo. Un gruppo di esperti indipendenti esaminerà le proposte e sceglierà per ogni paese non più di un sito all’anno. Il Commissario europeo per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù Androulla Vassiliou ha affermato “Il marchio per il patrimonio culturale europeo contribuirà a sensibilizzare il pubblico sul nostro retaggio culturale, comune a noi tutti e nel contempo diverso, oltre a stimolare il turismo culturale e il dialogo interculturale". I principali vantaggi offerti dal marchio europeo riguardano in particolare il turismo culturale con le conseguenti ricadute economiche e le opportunità per conoscere il retaggio culturale dell’Europa.
La proposta di un marchio per il patrimonio culturale europeo si distingue da altre iniziative come l’elenco del patrimonio mondiale dell'UNESCO o gli “Itinerari culturali europei” del Consiglio d’Europa in quanto il marchio europeo designerà siti riguardanti specificatamente la storia dell'UE, i siti inoltre saranno selezionati in base al loro valore simbolico per l’Europa piuttosto che su criteri di bellezza o qualità architettoniche e ribadirà la dimensione educativa, soprattutto per i giovani. La decisione finale per permettere all'iniziativa di diventare operativa l'anno prossimo spetta ora al Consiglio dei ministri dell’UE e al Parlamento europeo.