Pasqua: non facciamo volare le false colombe pasquali
“Da molte parti ci viene segnalato che diversi rivenditori espongono e vendono “false colombe pasquali”, importate da Paesi nei quali il costo dei prodotti e della manodopera sono minori –spiega il presidente regionale della categoria, Giacomo Deon-. E che, soprattutto, non offrono nessuna certezza sulla qualità! Che controlli sono stati fatti su questi prodotti? Che garanzie offrono? Non ci è dato di sapere”.
E’ bene ricordare che la denominazione di “colomba”, in base al decreto ministeriale 25 luglio 2005, non si applica ai prodotti provenienti da altri Paesi europei. Inoltre con la circolare esplicativa del 3 dicembre 2009, il Ministero dello Sviluppo Economico ha precisato anche le indicazioni specifiche sugli ingredienti da riportare sull’etichettatura dei prodotti alimentari e prodotti dolciari da forno.
“La direttiva è chiarissima –commenta Deon- Infatti cita testualmente che “i prodotti di imitazione sono prodotti che, pur riportando denominazione di vendita diverse da quelle previste nel decreto del 2005 e non rispettando le caratteristiche di composizione e quantitative previste, utilizzano forme e modalità di presentazione identiche e confondibili con i prodotti disciplinati creando confusione al consumatore”.
“I consumatori siano attenti: una colomba “vera” deve contenere almeno il 16% di burro, uova di categoria “A”, cioè fresche e in quantità tale da garantire almeno il 4% in tuorlo, latte, miele, burro di cacao, eccetera. La colomba “falsa”, invece, nella maggioranza dei casi contiene ingredienti scadenti, ad esempio grassi idrogenati, pochissimo burro e uova e molto zucchero che copre il sapore inferiore con quello dolce che piace ai bambini”.
Da non trascurare infine, che i pasticceri artigiani, oltre a rispettare le norme sugli ingredienti, rispettano anche quelle sul materiale che deve essere utilizzato per il confezionamento e sulle modalità di esposizione dei prodotti. Ai fini della tutela del consumatore infatti, non va trascurato l’ambiente dove i prodotti sono conservati e esposti.
Il Veneto è tra i maggiori produttori di colombe, come di panettoni e pandori. E la produzione artigianale assume una particolare rilevanza: quest’anno i veneti spenderanno 12 milioni di euro in uova e colombe artigianali, su un totale nazionale di circa 108 milioni. “Prevediamo di mantenere i fatturati dell’anno scorso, tenendo conto che sono quasi cinque anni che non si applicano aumenti, in base alle nostre rilevazioni –conclude Deon-. Per le colombe artigianali –esclusa la confezione personalizzabile- il prezzo oscillerà tra i 16 e i 20 euro al chilo, per le uova tra 40 e 60 euro, sempre al chilo. Per le uova prevediamo un lieve aumento dei consumi, del 4 per cento circa”.