Veneto: nel 2009 il Pil è sceso del -4,8%, export -23,5%
Il tasso di variazione è lievemente migliore rispetto a Piemonte, Toscana (entrambe -5,1%) e Valle d’Aosta (-5%), ma leggermente peggiore di Lombardia (-4,7%), Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna (entrambe -4,4%) e Trentino Alto Adige (-4,2%). Federico Tessari, presidente Unioncamere del Veneto, ha presentato l’11esima edizione dell’Anteprima alla Relazione sulla situazione economica delineando un quadro dell’economia veneta nel 2009 e previsioni per il 2010.
La contrazione del Pil regionale è stata determinata principalmente dal calo degli investimenti fissi lordi (-13%, era -3,1% del 2008) e dai consumi delle famiglie (-1,6% contro il -0,9% del 2008). Ma sulla crisi si è abbattuto soprattutto il crollo delle esportazioni. Dopo il -1,1% del 2008, secondo i dati provvisori dell’Istat nel 2009 il valore dell’export veneto è diminuito del 23,5% scendendo da 50 miliardi di euro del 2008 a 38,2 miliardi. Le importazioni hanno segnato una flessione del -24,8%.
La decrescita dell’economia regionale è stata determinata dall’andamento negativo di tutti i settori: manifatturiero -12,7%; costruzioni -4,5%; agricoltura -2,1%; servizi -1,4%. Il numero di imprese registrate è calato del -0,7%, una perdita di 3.371 imprese in gran parte artigiane. Ora le imprese sono 506 mila unità. Segnali pesanti nell’occupazione: le imprese hanno ridotto l’utilizzo di lavoro del -2,2%, pari a -47mila unità. La contrazione è concentrata nell’industria in senso stretto (-5,8%) e nelle costruzioni (-4,3%), meno marcate le flessioni nell’agricoltura (-1,8%) e nei servizi (-0,7%). Secondo VenetoCongiuntura, le imprese manifatturiere hanno registrato una flessione occupazionale del -4,2% (-1,5% nel 2008). Dinamica occupazionale negativa anche nei servizi alberghieri e turistici (-5,5%) e nei trasporti (-3,1%), variazione positiva invece nei servizi innovativi (+1,4%). I segnali più preoccupanti sono arrivati dalle segnalazioni di crisi aziendali e dalle ore di Cig. Nel 2009 sono state aperte 1.189 procedure di crisi (+255%) interessando 31mila lavoratori (+361%). Sono state autorizzate 82 milioni di ore di Cig (15,5 milioni nel 2008), pari a 49,6 mila posti di lavoro. Il ricorso alle sospensioni è salito del +426%.
FEDERICO TESSARI, PRESIDENTE UNIONCAMERE DEL VENETO
«Dopo un 20009 molto difficile le previsioni per il 2010 sono più confortanti: secondo le stime più recenti, avvalorate dai dati sull’industria dei primi mesi dell’anno che indicano una probabile leggera ripresa, il Veneto registrerà un aumento del Pil pari a +1,3%, in linea con la media del Nord-Est (+1,2%) e con quella nazionale (+1,1%). Le aziende venete stanno ripensando il proprio modello di business, sono costantemente impegnate a presidiare i mercati mondiali, non solo quelli dei Paesi più avanzati, ma anche quelli dei Paesi emergenti, dove la recessione è stata meno marcata ed investono in tecnologia e innovazione. La competitività non è più solo a livello di singola impresa, ma coinvolge l’intero territorio ed anche la Pubblica Amministrazione deve contribuire al rilancio del sistema economico. Quindi è urgente un taglio delle spese inutili e la riduzione degli sprechi, così da recuperare nuove risorse per gli investimenti. Il futuro sviluppo del Veneto dipende sempre più dal grado di apertura internazionale, già molto alto, dalla capacità di realizzare prodotti e servizi innovativi e di qualità e dall’uso delle nuove tecnologie. Rimane però fondamentale la qualità delle risorse umane, il vero vantaggio competitivo del sistema economico».
L’Anteprima è disponibile al seguente link
http://www.ven.camcom.it/pubblicazioni/pub4.htm
“Il Veneto verso Lisbona 2010” è l’approfondimento annuale: nel capitolo si confronta la posizione del Veneto con quella dei 27 Paesi Membri sulla base degli obiettivi di Lisbona 2010.
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