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La nuova figura dello psicologo in una scuola che cambia

28/04/2010
Si è parlato anche di bullismo nella giornata di studi sulla psicologia scolastica che l’Ordine degli Psicologi del Veneto ha organizzato a Padova, con il coordinamento scientifico di Tiziana De Ruggieri. E’ proprio in questo tipo di situazioni che la figura dello psicologo può rappresentare un aiuto valido, poiché lo specialista è slegato dal gruppo - relativamente stabile nel tempo - composto da studenti, insegnanti e famiglie. Il bullismo, inteso come insieme di comportamenti aggressivi, sia fisici che relazionali, messi in atto da uno o più soggetti nei confronti di altri coetanei, anche se è un fenomeno che si è aggravato solo negli ultimi anni, è oggetto di una vasta letteratura scientifica. Sono pertanto già previsti una serie di interventi che, a seconda dei casi, riguardano la gestione della classe, la responsabilizzazione degli alunni, passando per la formazione degli insegnanti fino a procedure di risposta specifiche per gli episodi gravi. Ne ha parlato il prof. Gianluca Gini, dell’Università di Padova, introdotto dal presidente dell’Ordine del Veneto, Marco Nicolussi.

Nel corso dell’incontro, sono state affrontate anche problematiche scolastiche tipiche. Si è posto l’accento, ad esempio da parte del prof. Giuseppe Scaratti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sulla necessità di valorizzare il ruolo degli insegnanti in quanto professionisti dell’educazione: essi intervengono in un’epoca, quella delle scuole medie e superiori, in cui, come ha sottolineato Tonino Marù dell’Ordine della Sicilia, è la scuola, dopo la famiglia, il secondo luogo in cui si costruisce l’identità di una persona. Ecco dunque come si sia passati da una concezione della scuola basata sull’autorità e sull’insegnamento di saperi (in cui i giovani erano considerati “menti da riempire”), alla centralità delle persone e del loro sviluppo cognitivo ed affettivo (“menti ben fatte”, concetti ripresi anche nelle parole di Marco Masoni). Per Scaratti, in particolare, anche gli insegnanti devono essere supportati “nell’investire sulla propria formazione, a fronte dell’erosione di risorse simboliche e materiali”.

Si è parlato quindi della Legge Regionale del Veneto 16/2010, un segno del mutamento nella percezione del ruolo che la psicologia riveste in ambito scolastico: la nuova legge della nostra Regione, illustrata dal Prof. Patrizio Tressoldi, docente della Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, infatti traccia finalmente il profilo giuridico dei disturbi dell’apprendimento; in precedenza, il fenomeno correva il rischio di essere ignorato o di venire affrontato in modo sbagliato, per esempio assimilandolo a scarsa motivazione o a deficit cognitivi. L’Ordine degli Psicologi del Veneto, nel promuovere queste giornate di confronto, intende offrire il proprio contributo alla promozione dei saperi condivisi e delle competenze a servizio della società.

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