Il 112 funziona in tutti i Paesi UE tranne l'Italia
La Commissaria europea per l'agenda digitale Neelie Kroes ha dichiarato: "Mi dispiace che la Commissione abbia dovuto chiedere alla Corte europea di imporre sanzioni finanziarie all'Italia, ma non posso non intervenire quando vedo che le inadempienze di un governo mettono a repentaglio la vita dei cittadini. È indispensabile che i servizi di emergenza italiani possano localizzare le chiamate di emergenza: spesso è una questione di vita o di morte. Alla stregua di tutti gli altri Stati membri, l'Italia deve rispettare gli obblighi vigenti per l'attuazione del servizio di emergenza "112"."
Le informazioni sulla localizzazione delle chiamate sono indispensabili per garantire un intervento tempestivo in situazioni di emergenza, soprattutto per le chiamate da telefoni cellulari, quando la persona che chiama potrebbe non essere in grado di dire dove si trova, ad esempio se non si trova nel suo paese, ma in un altro Stato. La prima richiesta di agire era arrivata all'Italia nel 2006, e un'altra a inizio dell'anno scorso. Malgrado le rassicurazioni, il sistema di emergenza per la trasmissione delle informazioni necessarie per la localizzazione delle chiamate non è stato realizzato secondo i piani.
A repentaglio sono quindi la vita e il benessere dei cittadini. La penale imposta dall'UE è calcolata in base al tempo trascorso dalla prima sentenza della Corte, e continua su base giornaliera fino a quando non si porrà rimedio alla situazione.
La norma europea sul 112 stabilisce che gli Stati UE hanno l'obbligo di garantire il corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo. In partricolare, le informazioni relative alla localizzazione delle chiamate destinate al "112" devono essere messe a disposizione dei servizi di soccorso. L'Italia è rimasto l'unico paese in cui il sistema ancora non funziona, dopo che gli ultimi a farlo (Lituania e Olanda) si sono conformati alla normativa.