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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Inquinamento PM10: oltre limiti UE in molte zone italiane

12/05/2010
Molte zone d'Italia, specialmente del Nord, sono da tempo oltre i limiti previsti dalle norme europee sulla qualità dell’aria, in particolare quelle su un pericoloso inquinante atmosferico, il particolato fine o PM10. Queste particelle, contenute principalmente nelle emissioni dell’industria, del traffico e degli impianti di riscaldamento domestico, possono causare asma, problemi cardiovascolari, tumore ai polmoni e morte prematura. Un secondo e ultimo avvertimento scritto è stato inviato dalla Commissione europee all’Italia per aver superato i valori limite in numerose zone o agglomerati del paese.

Le zone italiane in cui i livelli di PM10 sono stati superati nel 2008 sono molte: a Nord del Paese quasi tutto il territorio lombardo, oltre a diverse zone nelle province emiliano romagnole, piemontesi e venete. Il Commissario europeo per l’ambiente, Janez Potočnik, ha così commentato: “L’inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350 000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Gli Stati membri dell'UE devono continuare a prendere sul serio le norme europee di qualità dell’aria e adottare i provvedimenti necessari per ridurre le emissioni.”

L’azione della Commissione europea fa seguito all’entrata in vigore, nel giugno 2008, della nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria, che autorizza gli Stati a chiedere, nel rispetto di certe condizioni e per determinate parti del paese, una proroga di durata limitata per l’adeguamento alle norme in materia di PM10 entrate in vigore nel 2005.

I valori limite per il PM10 impongono una concentrazione annuale di 40 microgrammi (μg)/m3 e una concentrazione giornaliera di 50 μg/m3, che non può essere superata più di 35 volte per anno civile. In alcune zone del Paese tuttavia, in particolare quelle nella regione padana, i limiti sono abbondantemente superati.

La maggior parte dei Paesi ha inviato richieste di proroga: l’Italia ne ha presentate due, riguardanti circa 80 zone situate in 17 regioni. La Commissione ha tuttavia respinto gran parte delle richieste in quanto le zone non soddisfacevano tutte le condizioni previste dalla direttiva europea. Nella maggioranza dei casi l’Italia non era in grado di dimostrare che l’azione intrapresa avrebbe garantito il rispetto dei valori limite UE entro il termine della proroga. Poiché l’Italia non ha trasmesso nuove notifiche, la Commissione ha inviato l’ultimo avvertimento scritto prima di mandare il dossier alla Corte di giustizia europea.

Le proroghe interessano solo le zone per le quali sono stati comprovati gli sforzi per rientrare nei valori limite, vanificati da circostanze esterne particolari. Tutte le regioni, però, dovranno predisporre entro giugno 2001, dei piani per la qualità dell’aria per rispettare i limiti previsti.

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