Agroenergia: dal Governo un freno a sviluppo di rinnovabili
Agroenergia, associazione del settore aderente a Confagricoltura, non nasconde la propria preoccupazione per una misura che provocherà certamente il blocco di nuovi investimenti e ingenti problemi economici agli impianti in produzione, con particolare riferimento a quelli a biomasse e biogas già in esercizio alla data del 31 dicembre 2007.
“Si tratta di una modifica del sistema legislativo - commenta Agroenergia - decisamente in controtendenza rispetto all’obiettivo per l’Italia di utilizzare, al 2020, almeno il 17% di energia da fonti rinnovabili”.
Una decisione, che viene peraltro, presa nel momento in cui l’Italia si accinge a presentare a Bruxelles il piano di azione nazionale sulle rinnovabili, in cui saranno indicati gli strumenti e le misure per raggiungere questo obiettivo.
“Ancora una volta - continua l’Associazione che riunisce i produttori di energia associati a Confagricoltura - nel settore delle rinnovabili si agisce in modo incoerente: da una parte il Parlamento approva la legge comunitaria 2009, delegando il Governo a recepire entro fine anno la Direttiva Comunitaria 2009/28/CE sulle rinnovabili prevedendo l’adeguamento, il riordino ed il potenziamento del sistema di incentivazione, soprattutto in riferimento alle biomasse ed al biogas; dall’altra viene smontato uno strumento indispensabile per lo sviluppo delle agroenergie, per la tutela dell’ambiente e per la crescita dell’occupazione.”
Agroenergia auspica che tali incongruenze possano essere superate nell’iter di approvazione del provvedimento in Parlamento attraverso l’abrogazione dell’articolo 45.