Marea nera: se ne è parlato a Venezia
07/06/2010
La tragedia del Golfo del Messico sta creando un’apprensione molto forte nelle popolazioni che vivono in città che si affacciano sul mare. Alcuni studiosi dicono che la marea nera si avvicinerà all’Europa ad una velocità di 170 km al giorno. Incidenti anche di entità assai più modesta potrebbero avere conseguenze devastanti in un mare piccolo e chiuso come il nostro Adriatico. Se ne è parlato nel corso del convegno sul tema “Riqualificazione e gestione delle emergenze costiere nella regione mediterranea” organizzato nelle tese di San Cristoforo dell’Arsenale di Venezia nell’ambito della manifestazione Pianeta Acqua promosso dall’Expovenice. A fare rumore, l’intervento di Leonardo Polonara che per la Regione Marche è responsabile della sicurezza del mare. Una figura che solo in quella regione è presente (e già questo la dice lunga su quanto ci si è ancora da fare per garantire una possibilità di intervento contro catastrofi ambientali in Adriatico). Polonara ha presentato uno studio su quanti siano le navi che attraversano da sud a nord questo braccio di mare chiuso trasportando sostanze pericolose: altro che una autostrada! L’intervento di Herminia Bussbach della Direzione generale degli affari marittimi e della pesca della Commissione Europea ha indirettamente sottolineato la gravità della situazione: è previsto solo nel 2015 che le singole nazioni dell’Unione presentino il proprio programma per mantenere in buono stato ecologico i mari che bagnano l’Europa. Certamente è apprezzabile l’approccio ecosistemico illustrato in questo convegno dall’olandese Bussbach, ma resta amara la consapevolezza di quanto poco concretamente si stia facendo oggi e di quanti siano i rischi che corriamo quotidianamente. Peraltro esiste da tempo una “Iniziativa Adriatico Ionica” che, come ha spiegato l’ambasciatore Alessandro Grafini, sta gettando le basi per un dialogo fra tutti i paesi che si affacciano sull’Adriatico. C’è un comune impegno per il coordinamento di politiche e interventi: ai cittadini resta solo da sperare che si arrivi alla fase concreta prima che questo nostro mare possa essere scenario di un incidente ambientale.
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