Da filiera alt al pomodoro cinese senza etichetta
La corretta informazione ai consumatori anche con l’obbligo di indicare l’origine in etichetta è lo strumento principale per combattere il dumping ed è stata sollecitata dallo stesso Parlamento europeo, come previsto dalla riforma dell’organizzazione di mercato dell’ortofrutta (OCM). Peraltro la richiesta alla Commissione Europea di una norma che sancisca l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del pomodoro utilizzato nei derivati (passate, concentrati, polpe, pezzettini, pelati, succhi) Serve anche, si legge nel dossier di Coldiretti/Unci/Aiipa, la definitiva approvazione della norma specifica già presentata dal Ministero delle Politiche Agricole a Bruxelles, che definisce dal punto di vista tecnologico i prodotti derivati dal pomodoro nell’Unione Europea, visto che dal 2011, con l’entrata in vigore della normativa relativa al disaccoppiamento totale degli aiuti del pomodoro, verranno a decadere tutti i regolamenti correlati e le definizioni relative.
Per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei vanno ridotti gli scali di accesso per il pomodoro concentrato cinese al quale deve anche essere attivata una procedura specifica con l’adozione di un protocollo sanitario ad hoc, giustificato dalle quantità crescenti importate dall’Unione Europea e dai recenti allarmi che riguardano i prodotti provenienti dalla Cina.
Le importazioni dalla Cina si configurano come elemento di grave pregiudizio per la produzione comunitaria e deve pertanto essere attivato il meccanismo di salvaguardia previsto dal regolamento 260/2009 per le situazioni di grave pregiudizio, con un dazio doganale aggiuntivo sulle importazioni di concentrato provenienti dalla Cina nel territorio dell’Unione Europea, contestualmente all’apertura dell’indagine prevista dal Regolamento 1225/2009 in materia di difesa dalle importazioni oggetto di dumping. La situazione del mercato dei derivati del pomodoro, mostra nell’ultimo trimestre disponibile (dicembre, gennaio, febbraio) una forte crescita delle importazioni di concentrato triplo dalla Cina nell’Unione Europea che tendono quasi a triplicare (+174%), con una forte riduzione dei prezzi industriali (-15%, con una punta di -30% rispetto a prodotti similari statunitensi) che trascina verso il basso il valore di tutti i derivati comunitari.
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