OGM: in cantiere la proposta UE
Secondo il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, "in un'area come quella degli OGM, dovrebbe essere possibile combinare un sistema comunitario di autorizzazioni, basato sulla scienza, con la libertà degli Stati membri di decidere se vogliono o meno coltivare prodotti geneticamente modificati sul loro territorio". I servizi della Commissione, su iniziativa del Commissario competente John Dalli, responsabile per il dossier salute e consumatori, hanno iniziato un'analisi delle diverse opzioni sul tavolo. In particolare, si sta valutando quali Paesi, sulla base della loro legislazione nazionale, possono introdurre la coltivazione di prodotti OGM. La proposta della Commissione terrà conto dei risultati della ricerca, anche per rispettare le diversità tra gli Stati. La certezza del diritto sarà l'elemento essenziale della proposta, insieme alle misure decise dai Paesi stessi in materia di OGM, di cui l'analisi terrà conto.
Oggi la situazione diverge molto tra i singoli Paesi UE: dei circa centomila ettari coltivati a mais OGM in Europa, più del 75% si trova in Spagna, e il resto in Portogallo e nei Paesi dell'Europa orientale di recente adesione (Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia). In ogni caso, la produzione UE resta assolutamente marginale se confrontata con quella mondiale, che copre una superficie totale di 134 milioni di ettari. In Italia, 16 regioni su 20 (tutte tranne Veneto, Valle d'Aosta, Calabria e Sicilia), 41 province e 2446 comuni si sono dichiarate OGM-free. I Paesi contrari agli OGM, dunque, potrebbero vedere consolidata giuridicamente la loro posizione.
In ogni caso, un dossier ad alto contenuto di controversie potenziali provocherà un forte dibattito nel momento in cui la proposta sarà presentata: come dicono gli inglesi, il diavolo si nasconderà nei dettagli, e su quelli sarà battaglia. Ad esempio, l'eventuale definizione delle distanze minime tra i campi coltivati ad OGM e quelli tradizionali, la compatibilità delle coltivazioni con la tutela dell'ambiente, oltre a quella – ovvia – della salute, la relazione con le norme commerciali internazionali.