Veneto Agricoltura, prima in Europa
Veneto Agricoltura è il primo organismo regionale accolto all’interno di EUSTAFOR. La decisione avviene, su votazione, in assemblea. E questa prassi la dice lunga sulla difficoltà. L’importanza è presto detta: lo scopo di EUSTAFOR è duplice. Da una parte è luogo di scambio e confronto. Sono attivi gruppi di studio e lavoro sui cambiamenti climatici, sui servizi ambientali all’ecosistema, sulle biomasse, per citarne alcuni, con una visione fortemente orientata all’economicità. Infatti, soprattutto all’estero i boschi hanno una funzione produttiva, vengono in continuazione tagliati e ripiantati, per fornire materia prima all’industria. La seconda funzione di EUSTAFOR, spiega Lindell, è quella di fare “lobby”. Un’attività istituzionale a Bruxelles, dove tutti i portatori di interessi operano affinchè Parlamento europeo, Consiglio e Commissione orientino a loro favore o non a loro sfavore, le varie decisioni. Ecco perché è importante esserci, ecco perché è importante che l’azione sul proprio territorio di riferimento sia riconosciuta. Riconoscimento avvenuto per Veneto Agricoltura. La presenza di Martin Lindell sul territorio veneto, visiterà anche l’area di ValleVecchia (Caorle, Ve), in quest’ottica è assolutamente significativa.
Va aggiunto che nell’incontro tenutosi ad Agripolis, a Legnaro (PD), nella sede dell’Azienda, hanno partecipato anche i rappresentanti dell’ANARF (l’Associazione naz.le attività forestali regionali). Un evidente interesse da parte delle regioni forestali italiane a seguire l’esempio di Veneto Agricoltura, o, come ha detto nell’occasione Giorgio Bonet, Direttore dell’Azienda, a subentrarle in EUSTAFOR, per rendere più incisiva l’azione delle regioni italiane, proponendo una massa critica più significativa. Quali i temi in gioco? Come segnalato dal pugliese Mimmo Ragno, responsabile scientifico di ANARF sono: la nuova PAC (oggi i maggiori finanziamenti vengono dalle misure agro ambientali della Politica Agricola Europea) che va riorientata; il “carbon sink”, cioè lo stoccaggio dell’anidride carbonica, attuato grazie anche alle foreste (il dibattito è su come vanno riconosciuti i “crediti di carbonio” a regioni virtuose e privati); l’agroforestry, una partita più che mai aperta in relazione alla produzione di energia da biomasse; ed infine il riconoscimento economico dei servizi ambientali forniti dalle foreste: i giovani all’università imparano subito le varie funzioni del bosco, produttiva, protettiva e ricreativa. Oggi queste vanno quantificate.
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