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Imprese agricole: necessità autocertificazioni alla francese

15/06/2010
“I troppi adempimenti burocratici che gravano sull’agricoltura vanno ridotti e semplificati in maniera drastica, partendo da quelli relativi alla gestione degli occupati, alle normative ambientali, sino ai controlli sulla qualità dei prodotti, che possono essere limitati all’essenziale, evitando quelli non espressamente richiesti da Bruxelles, e ricorrendo per quanto possibile alle autocertificazioni, come già è stato fatto in Francia”. Il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, ha rimarcato con forza la necessità di sburocratizzare il settore primario, dove in ogni impresa si devono spendere 110 giornate di lavoro all’anno per smaltire pratiche ed adempimenti, durante il suo intervento al convegno “Il valore economico e sociale dell’impresa agricola”, organizzato a Cosenza da Confagricoltura Calabria.

“E’ prima di tutto una questione di competitività”, ha proseguito Vecchioni, ricordando che in Italia, nel 2009, il reddito per addetto in agricoltura è calato, rispetto all’anno precedente, del 21% circa e, nell’ultimo decennio, le imprese agricole registrate presso le Camere di Commercio sono diminuite del 20%, ovvero da oltre un milione a circa 840 mila.

“Una situazione emblematica della difficoltà che vive da alcuni anni tutta l’agricoltura italiana”, ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, indicando gli interventi che non possono più esser rinviati: “Ridurre i costi è essenziale – ha detto – e su questo capitolo la manovra economica varata dal Governo dovrà considerare la priorità costituita dal settore agricolo che attraversa la sua più pesante crisi dal dopoguerra. Il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan ha ben chiara l’esigenza di erogare i fondi per la bieticoltura e le risorse per stabilizzare le agevolazioni previdenziali alle aree montane e svantaggiate, che scadono a luglio. E serve anche l’impegno a Bruxelles per risolvere la questione dell’ammissibilità dell’agevolazione per il gasolio utilizzato nelle serre, così come per far andare in porto la vertenza che può sbloccare il regime di aiuto per i tabacchicoltori già da quest’anno”.

Ma i costi possono essere contenuti anche dalle imprese e dalle loro forme associative che possono concentrare la domanda, in altre parole: si deve intervenire sulla valorizzazione del prodotto. Su queste problematiche di miglioramento dell’efficienza e della competitività è incentrata l’attenzione del progetto di Confagricoltura “Futuro Fertile”, il cui dossier di proposte per la semplificazione burocratica è stato appena consegnato al titolare delle Politiche agricole.

Sullo sfondo ci sono le prospettive della politica agricola comune. “E’ stato avviato - ha ricordato il presidente di Confagricoltura - il dibattito sul ‘post 2013’, dove emerge l’esigenza imprescindibile di mantenere il budget per la spesa agricola. Ma occorre riflettere anche sul ‘pre 2013’. Ad esempio va valutato se e come il Commissario Ciolos presenterà il promesso pacchetto anticrisi per introdurre da subito misure di mercato. E poi va deciso come risolvere la questione dei fondi comunitari per lo sviluppo rurale che le Regioni italiane non riescono ad utilizzare. La determinazione con cui il ministro Galan, sta affrontando il problema ci convince e siamo fiduciosi che sia possibile individuare soluzioni che consentano l’utilizzo più ampio possibile delle risorse disponibili. Confagricoltura ha sottolineato sin dal settembre scorso il grave rischio di veder ritornare nelle casse dell’Unione europea circa 600 milioni di euro, che attivano una cifra complessiva di oltre un miliardo, per l’assenza di programmi regionali idonei ad impiegarli e siamo favorevoli alla velocizzazione della spesa con tutti i mezzi possibili”. “Questo restando fermo - ha concluso Vecchioni - che per il futuro vanno stimolate le capacità di spesa delle amministrazioni regionali, nell’interesse delle imprese agricole”.

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