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Imprese "apri e chiudi"

21/06/2010
C’è una novità importante nella sezione della cosiddetta Manovra Correttiva, in discussione in questi giorni in Parlamento, dedicata al “contrasto all'evasione fiscale e contributiva”. Si tratta dell’ art. 23 (contrasto al fenomeno delle imprese "apri e chiudi").

“Un provvedimento assolutamente necessario –dichiara Paolo Fagherazzi, leader regionale degli edili di Confartigianato del Veneto- che metterà finalmente sotto i riflettori le imprese che cessano l’attività entro un anno dalla data di inizio considerandole in modo specifico ai fini della selezione delle posizioni da sottoporre a controllo da parte dell’Agenzia Entrate, della Guardia di Finanza e dell’INPS, in modo da assicurare una vigilanza sistematica sulle situazioni a specifico rischio di evasione e frode fiscale e contributiva.”

La pratica dell’apri-chiudi è molto più diffusa di quello che si pensi. Solo in Veneto nel corso del 2009 il Ministero delle Finanze ha individuato oltre 4mila casi pari ad un terzo delle cessazioni registrate (40.000 a livello nazionale) quasi esclusivamente relativi a Ditte Individuali, e quindi artigiane.

“Il nostro ufficio studi –sottolinea Daniele Parisotto, presidente regionale degli installatori di Confartigianato- ha stimato che circa il 65% di queste “operazioni” riguardano aziende coinvolte nel sistema dell’edilizia e dell’installazione di impianti, molto spesso avviate da imprenditori extracomunitari che grazie a questa pratica ottengono anche il rinnovo del permesso di soggiorno. Ben venga quindi che la notevole numerosità abbia indotto il Governo a ritenere che gli effetti dissuasivi dei controlli, unitamente agli accertamenti che conseguiranno, avranno un sicuro ritorno in termini di maggior gettito. Le stime parlano addirittura di 100 milioni di euro, in termini di riscossioni nel 2011”

“La crisi profonda che stiamo vivendo –conclude Fagherazzi- impone azioni di aiuto altrettanto incisive. Contrastare il lavoro nero, le pratiche disoneste, la concorrenza sleale nei prezzi dovuta al risparmio dei tributi -come avviene per chi chiude l’attività dopo meno di un anno eludendo come minimo i contributi Inps, l’Iva, l’Irpef e l’Irap- sono interventi del Governo che apprezziamo tantissimo e che sosteniamo con forza. A tal punto da suggerire che le procedure siano velocizzate onde evitare che i controlli avvengano quando le imprese sono chiuse e il titolare scomparso all’estero. Sarebbe opportuno ad esempio accertare il 2010 entro i primi tre mesi del 2011”.

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