Mose: l’accento non cambia la “biblica” missione
Perché, proprio come il “salvato dalle acque” biblico, l’opera mastodontica che il Magistrato alle Acque (attraverso il Consorzio Venezia Nuova) sta costruendo nella laguna veneziana, riporta in pieno il concetto della salvezza; l’acqua, quale elemento portatore di vita e prosperità, diviene minaccia e pericolo: ecco quindi l’impellente necessità che un’opera, seppur artificiale e talvolta contestata, possa riportare equilibrio, stabilità e quindi salvezza.
Visto dentro la pancia dei cantieri nei pressi dell’Isola Nuova del Lido, dove stanno prendendo forma i cassoni, che conterranno le 78 paratoie ad essi incernierate, il Mose emoziona. Sì, emoziona. Al di là di quello che si possa pensare riguardo alla sua efficacia ed utilità, il rendersi conto di come queste imponenti dighe mobili verranno ubicate alle tre bocche di porto di Venezia (Lido. Malamocco e Chioggia) provoca davvero una sensazione di grandiosità: l’enorme senso di spaziosità, che si prova girando lo sguardo nella vastità della laguna, aumenta paradossalmente nel rendersi conto della profondità del bacino, in cui sono contenuti i cassoni in costruzione e nell’intuirne i confini, le misure, la portata, la forza.
La visita effettuata dai giornalisti dell’ARGAV (Associazione Regionale Giornalisti Agricoli e Ambientali di Veneto e Trentino Alto Adige), organizzata con la collaborazione del Consorzio Venezia Nuova, ha permesso infatti di rendere concreta una sensazione forte: l’impressione di essere di fronte ad una delle più importanti opere contemporanee, realizzate dall’uomo.
Ciò è stato reso possibile grazie allo staff tecnico e comunicativo del Consorzio; mediante una prima illustrazione su supporto video avvenuta all’interno dell’Arsenale (anch’esso oggetto di interventi di recupero e sede stessa ospitante l’attività di gestione e manutenzione del Mose) si è passati alla visita vera e propria a bordo di una motonave.
Dopo aver visionato i cantieri nella futura conca di navigazione vicino all’Isola Nuova del Lido (adesso infatti ospita i cassoni in costruzione, ma poi verrà allagata per permettere il rifugio e il passaggio di piccole imbarcazioni, quando il Mose sarà alloggiato) si è proseguito nella visita in laguna, dove si sono potuti osservare lo stadio dei lavori correlati al Mose, tra cui molte opere di rinforzo dei litorali e la creazione di barene artificiali (realizzate con i fanghi riutilizzati dallo scavo dei fondali dei canali di Venezia e per gli alloggiamenti dei cassoni), in cui si stanno già ripristinando habitat lagunari caratteristici e unici con flora e fauna preziosissime per l’ecosistema.
Con le spiegazioni documentate e gli elementi tecnico-scientifici esaustivamente forniti dagli esperti del Consorzio Venezia Nuova, si è data risposta alle numerose domande dei giornalisti dell’ARGAV, analizzando altresì moltissimi aspetti e problematiche relativi alla ormai avanzatissima fase di costruzione del Mose.
Restano certo i dubbi legittimi, che possono sorgere alla realizzazione di ogni opera di queste proporzioni ed impatto, ma la filosofia delle risposte dovrebbe tener conto, a detta di un esperto del Consorzio, di un principio: se si vuole che un campo di terra sia fertile, bisogna via via cambiarne la coltivazione e la natura, per rimanere uguale, forse ha bisogno proprio dei cambiamenti.
Cristina De Rossi