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Misure del Governo: servizi sanitari in farmacia a pagamento

29/06/2010
«Siamo sconcertati dal muro contro muro del Ministro Giulio Tremonti che non ha aperto nessuna ipotesi di trattativa con le 17.000 farmacie italiane e le 1.222 venete – dice Marco Bacchini, presidente di Federfarma Veneto, l’Unione dei titolari di farmacia –, gran parte del lavoro portato a termine in questi anni insieme agli utenti della farmacia viene azzerato e non avrà futuro. Siamo amareggiati da questo rapporto ambiguo del Governo che da un lato vuole la farmacia come presidio sanitario sul territorio nell’ottica, dichiarata dalla legge 69/2009, della deospedalizzazione e dall’altro sostanzialmente dice ai farmacisti “arrangiatevi”. Ma Farmindustria non si tocca! Le Aziende Farmaceutiche rimangono al “riparo” dalla Manovra e non vengono coinvolte in quel “sacrificio” che dovrebbe essere collettivo. Di contro il risparmio sulla spesa farmaceutica, già dimostrato dalla contrazione operata soprattutto in farmacia, di 2,4 milioni di euro in Veneto nel primo trimestre 2010, è come se non fosse mai esistito e il giro di vite avviene solo nei confronti dei distributori farmaceutici e delle farmacie: gli ultimi anelli della catena.

Forse molti cittadini non sanno che, solo per citare l’esempio più palese, i farmaci che vengono ritirati tramite la cosiddetta ricetta rossa dal paziente al massimo costo del ticket, sono in realtà già stati pagati dal farmacista che anticipa anche per diversi mesi, questo costo per conto dello Stato. Quando si verificano ritardi nella copertura di tali somme da parte delle Regioni, il farmacista ha gravi difficoltà nel pagamento dei proprio dipendenti (come è avvenuto in Veneto all’inizio del 2010). Il paziente non se ne accorge perché i medicinali vengono comunque sempre regolarmente erogati. Secondo Federfarma il cittadino non ne ha colpa e quindi non deve “pagare sulla sua pelle”. Ma fra poco lo farà perché tra i tanti problemi che la farmacia sarà costretta ad affrontare a seguito dei tagli ce ne sarà uno molto immediato: il tempo a disposizione per ciascun utente. Verrà drasticamente ridotto insieme al taglio di molti servizi che si davano per scontati. Prendiamo lo screening colon-retto che rappresenta uno dei maggiori successi nel campo della prevenzione oncologica, per il quale le farmacie venete non percepiscono alcun compenso dalle Asl di riferimento (cosa che invece avviene in altre regioni). Tagliando il personale è chiaro che anche questo servizio non potrà più essere realizzato gratuitamente. Potrei continuare con le campagne per la lotta al diabete, all’ipertensione, al papilloma virus, alla pollinosi, alle informazioni sulla detraibilità dei farmaci e molto ancora. Stoppato quindi il progetto della telemedicina che avrebbe aiutato soprattutto le persone anziane in collaborazione con i medici di famiglia, nel dimenticatoio anche il CUP, il Centro unico di prenotazione in farmacia e molto altro. La Farmacia dei servizi che il Governo voleva solo 7 mesi fa, non potrà essere realizzata e saranno i cittadini più deboli a farne le spese – conclude Bacchini -. Se è vero che il Ministro Giulio Tremonti dice di non voler toccare le tasche degli italiani è chiara la prospettiva del pagamento dei servizi fino ad oggi gratuiti, in farmacia. Quindi a pagare sarà anche l’ultimissimo e il più importante anello della catena: l’utente della farmacia».

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