Cerca l'Eurofoglia al supermercato: è bio
Le nuove norme in materia di etichettatura prevedono anche l'indicazione obbligatoria del luogo di coltivazione o allevamento degli ingredienti e il codice identificativo dell'ente responsabile dei controlli.
Dacian Cioloş, Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: "Ci auguriamo che il nuovo logo europeo diventi presto un simbolo riconosciuto da tutti per la produzione di alimenti biologici in tutta l'UE, per garantire ai consumatori che questi sono prodotti nel pieno rispetto delle rigorose norme europee. Spero che questi cambiamenti diano impulso al settore biologico e nel contempo rafforzino la tutela dei consumatori".
Le nuove norme riguardano anche l'acquacoltura biologica: pesci, molluschi e alghe. Tra queste l'UE annovera la separazione di unità biologiche e non biologiche, la densità massima degli stock (come indicatore del benessere degli animali), il rispetto della biodiversità, il divieto di introdurre ormoni artificiali e l'impiego di mangimi biologici integrati da prodotti ittici provenienti da attività di pesca gestite in modo sostenibile.
Nel 2008, su un totale di 225 impianti certificati per l'acquacoltura biologica, 123 erano attivi in Europa e ad essi era dovuta quasi la metà della produzione mondiale (pari quell'anno a 50 000 tonnellate). I primi cinque Stati membri in termini di produzione sono Regno Unito, Irlanda, Ungheria, Grecia e Francia, e la specie più allevata è il salmone.
La commissaria per la pesca e gli affari marittimi, Maria Damanaki, ha commentato: "Le norme paneuropee per l'acquacoltura biologica sono diventate una realtà. Amplieranno le possibilità di scelta dei consumatori e daranno impulso a forme di produzione sicure e sostenibili dal punto di vista ambientale, oltre a costituire una valida alternativa all'approccio intensivo tradizionale. L'UE è il maggiore mercato di prodotti ittici al mondo ed è quindi logico che svolga un ruolo di primo piano nel definire norme esaurienti in questo ambito.". Gli operatori del settore dispongono di un periodo di transizione di due anni per conformarsi alle nuove norme.
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