Crisi: metà di imprese artigiane venete si sente nel tunnel
Quanto agli interventi della Regione per far fronte all'attuale situazione di difficoltà, sono giudicati insufficienti e inadeguati in due casi su tre. E' questo il risultato di un'indagine condotta su un campione di oltre 1000 imprenditori veneti dall'Ufficio studi della Confartigianato del Veneto, per “fotografare” come viene percepita l'evoluzione della crisi, oggi, da chi gestisce un'azienda.
Le opinioni negative sono diffuse più tra gli artigiani che tra le imprese piccole e medie. Così, se la metà dei “piccoli” vede vicina la ripresa, questa percentuale scende al 34,3% nel caso degli artigiani. E viceversa, più di metà di questi ultimi (il 53%) ritiene che la crisi oggi sia al culmine, mentre tra le piccole e medie imprese a pensarla così è il 35% del campione: le percezioni cambiano a seconda della tipologia d'impresa, e questo suona come una conferma che l'attenuarsi delle difficoltà non riguarda tutto il mondo dell'impresa, ma solo una parte.
Le opinioni variano non solo tra aziende artigiane e medio- piccole, ma anche a seconda del settore d'attività. Chi opera nel manifatturiero e dei servizi vede molto più “rosa” (quasi uno su quattro) di chi lavora nell'edilizia, che in base alle opinioni raccolte si conferma come maglia “nera” dell'economia veneta.
I principali fattori che inducono le imprese a vedere la fine del tunnel sono la ripresa della domanda e degli ordini (64,9%), il miglioramento della situazione economica generale(27,7%) e l'apertura di nuove aree di mercato (10,6%).
Solo il 4,3% ritiene che tra gli elementi che inducono all'ottimismo ci siano “decisioni istituzionali più incisive”. Quanto agli interventi regionali per fronteggiare la crisi, solo l'8,2% del campione le giudica efficaci ed adeguati, e il 24% utili ma insufficienti. Il giudizio è negativo per la maggioranza, il 67,8%. Se però si chiede alle imprese quali interventi occorrerebbe mettere in campo per aiutare le imprese, le risposte cambiano a seconda del ramo d'attività: le infrastrutture viarie, logistiche e tecnologiche e il sostegno al reddito sono ritenute più importanti dalle imprese di servizi che da quelle manifatturiere, mentre l'edilizia ritiene prioritari gli interventi a sostegno dell'occupazione.
“Sono comunque la molteplicità delle regole, il peso della burocrazia (8,9 livello di priorità) e l’accesso al credito (8,5 livello di priorità) – conclude Claudio Miotto, Presidente della Confartigianato del Veneto- le tre emergenze che per la gran parte degli imprenditori di fatto ostacolano la ripresa. Non a caso anche il recente richiamo del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi evidenzia come una regolamentazione eccessiva o di cattiva qualità per le imprese costituisce un fattore di ostacolo alla concorrenza e alla crescita. Sette imprenditori su dieci si dicono insoddisfatti su quanto messo in campo dalla Regione Veneto in questi ambiti. Le attese sono altissime e le risposte non possono tardare”.
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