Emissioni industriali: da UE regole più severe
La nuova normativa aggiorna e riunisce sette diverse legislazioni esistenti, incluse quelle sui grandi impianti di combustione e quella sulla prevenzione e riduzione dell'inquinamento. Quest'ultima copre circa 52.000 impianti industriali e agricoli con grande potenziale d'inquinamento, dalle raffinerie agli allevamenti di maiali. Il Parlamento ha approvato l'accordo raggiunto col Consiglio dei Ministri con 639 voti in favore, solo 35 contrari e 10 astensioni.
Ossidi di azoto, anidride solforosa e polveri possono essere sostanze molto dannose per la salute e contribuire a provocare, ad esempio, cancro, asma e piogge acide. Le nuove centrali elettriche ed energetiche dovranno comunque conformarsi alle nuove regole entro il 2012. I limiti entreranno definitivamente in vigore nel 2016, con la possibilità, per i singoli Stati UE, di utilizzare piani nazionali transitori per un certo numero d'impianti di combustione, inclusi quelli a combustibili fossili, e avere cosi tempo fino a luglio 2020 per conformarsi alle nuove regole. Le nuove regole potrebbero invece non applicarsi mai a un certo numero d'impianti di vecchia data, nel caso questi cessino ogni attività nel 2023 o 17.500 ore di lavoro dopo il 2016. Ma secondo alcuni deputati queste deroghe sono ingiuste.
Gli impianti coperti dalla direttiva dovranno utilizzare le migliori tecniche disponibili sul mercato per ottimizzare le loro prestazioni ambientali e poter ricevere il permesso di attività. Le deroghe saranno comunque ammesse solo se il livello complessivo di protezione ambientale a livello nazionale è mantenuto invariato. I governi dovranno anche dimostrare che i costi relativi all'applicazioni dei nuovi limiti sono sproporzionati rispetto ai benefici in termini ambientali a causa di ragioni tecniche o circostante locali specifiche.
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