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Donne prete: delitto gravissimo contro la fede

15/07/2010
Cercare di ordinare le donne prete è, a tutt'oggi, considerato dalla Chiesa Cattolica un delitto gravissimo contro la fede che, per essere valutato scomoda addirittura l’ex Santo Uffizio. E' arrivata tuttavia la precisazione da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche (allo scopo forse di evitare fastidiosi fraintendimenti) nelle nuove regole che aggiornano il documento del 2001 sui “Delicta Graviora" che, certo si tratta di delitto “gravissimo” contro la fede, ma che non può essere paragonato o quantomeno equiparato ai delitti commessi dai pedofili (quest'ultimi, si precisa ulteriormente, riguardanti la dimensione morale).

Il tutto, tradotto con le parole di chi non è avvezzo al linguaggio della Chiesa Cattolica, sembra suonare ancora e sempre come un sinistro avvertimento: donne, non sogniamoci minimamente di scalare, anche se pie e devote a Dio, i gradini della casa ecclesiastica!

Noi, proprio per la nostra insita natura peccaminosa (e chi può scordarsi la tentatrice Eva?) non potremo mai aspirare a diventare preti, non dobbiamo nemmeno pensare che l’appartenere al genere femminile ci faccia degne di officiare una messa, alzare l’Ostensorio o fare una predica ai fedeli.

Noi non siamo a immagine e somiglianza di Dio, noi apparteniamo all’altra metà dell’Inferno, altro che Cielo!

E proprio all’inferno, quando ci andremo, troveremo i pedofili, sì, proprio quegli esseri immondi che con la violenza, l’inganno e l’infamia, segnano per sempre le vite dei figli che NOI partoriamo. Ma, per loro, il peccato, per quanto esecrabile, è un delitto solo un po’ più grave delle nostre malefatte!

Essere ancora oggi considerate portatrici di delitti gravissimi - come la richiesta di sacerdozio - ci dovrebbe far ulteriormente riflettere su quali mali dovremmo davvero estirpare per ritrovare la dignità, il rispetto, l’autorevolezza del nostro genere.

Questi retaggi medievali, questo vedere e far vedere il corpo (e in questo caso anche lo spirito) della donna come una cosa immonda, dovrebbe farci inorridire.

Fino a che uomini (ancorché si dicano portatori della parola di Dio) si permettono di scrivere tali norme come precetti, la nostra vita, il nostro stesso esistere sarà pregiudicato. Tali e troppi sono i delitti contro le donne: omicidi, stupri, violenze, prevaricazioni. A ormai troppi uomini -e su questo le eminenze ecclesiastiche dovrebbero davvero fare un profondissimo esame di coscienza - non servono ulteriori armi: i coltelli, le pistole, i pugni, se li portano già da casa.



Cristina De Rossi

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