Solo il 5,46% dei laureati assunto a contratto indeterminato
Un dato emerso nell’indagine condotta da Gidp, l’associazione di responsabili delle risorse umane, che ha coinvolto un focus group di 120 direttori del personale.
La modalità di inserimento preferita dalle aziende sono per il 38% il tirocinio. Per coloro che riescono a superare positivamente lo stage verrà proposto nel 30% dei casi un contratto a tempo determinato, solamente al 17,45% un contratto a tempo indeterminato.
I titoli di laurea preferiti dalle imprese sono ingegneria o economia; seguono informatica 8% e giurisprudenza 5,5%.
Le funzioni aziendali che mostrano maggiore interesse occupazionale dinamismo per i laureati sono l’area dell’amministazione, finanza e controllo. Seguono il commerciale, la progettazione e il marketing.
La paga d’entrata invece oscilla tra i 22 mila euro e i 26 mila. Più bassi i livelli retribuitivi dei metalmeccanici e più alti quelli del chimico e farmaceutico.
La dichiarazione del ministro dell’Economia, Tremonti di qualche mese fa sull’importanza del posto fisso in Italia se si vuole un paese stabile aveva scatenato le critiche di Confindustria e l’interesse dei sindacati – ricorda il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – la flessibilità del mercato del lavoro è diventata una risposta alla spietata concorrenza di paesi che possono permettersi costi di manodopera inimmaginabili per noi. Salvo poi scoprire che senza un posto fisso non si progetta, non si compra casa, non ci si sposa e non si fanno figli.