La crisi cambia le formule di investimento degli italiani
I conti deposito – spiegano gli esperti dell’ Adico – sono di fatto conti bancari ma offrono tassi maggiori rispetto a quelli tradizionali (in media si avvicinano alla soglia del 2% netto), sempre con la garanzia del Fondo interbancario di tutela dei depositi che e’ pari a 103.291,38 euro per depositante. Rispetto alle obbligazioni bancarie ed ai bot prevedono costi minimi di gestione, non ci sono spese di attivazione, chiusura e bollo e scontano una ritenuta fiscale del 12,5% contro il 27% che grava invece sui rendimenti delle somme accantonate in un conto corrente bancario.
Inoltre le somme versate nei conti di deposito sono prelevabili in linea di massima durante il periodo di vincolo garantendo il tasso base senza l’applicazione di penali. Possono, tuttavia, trovarsi sul mercato anche prodotti per cui non e’ possibile ottenere, neppure parzialmente, le somme in anticipo o quelli che lo consentono applicando una riduzione del tasso d’interesse sulle somme rimaste nel conto.
Và precisato che mentre il conto corrente bancario permette di effettuare operazioni come bonifici, pagamento assegni, Bancomat e carta di credito, generalmente invece le uniche operazioni consentite dai conti deposito sono il prelievo e il versamento di denaro.
Ma il conto deposito puo’ essere alimentato dal titolare anche tramite bonifico, assegno, Rid o versamento di contanti in filiale.
Va, infine, detto che anche se i conti di deposito sono prodotti relativamente nuovi, attualmente la gamma di offerte e’ ampia. Per scegliere quello piu’ adatto alle proprie esigenze – avverte il presidente dell’ Adico, Carlo Garofolini – è preferibile confrontare i vari conti in base al tasso offerto e stare attenti alle condizioni reclamizzate dalle banche per attrarre nuovi clienti che vanno distinti da quelli usati a regime.