Appalti superstrada pedemontana veneta: protocollo di legalità
“La Pedemontana – ha detto il presidente Zaia – rappresenta una grande opportunità di lavoro che vogliamo affrontare nella legalità. Anche perché la legalità rappresenta una chance di lavoro in più per le imprese venete”.
“Opere importanti come la Pedemontana veneta – ha spiegato il ministro Maroni – possono richiamare l’attenzione della criminalità organizzata, che anche al Nord tenta di infiltrare l’economia sana attraverso gli appalti pubblici. Da tempo abbiamo adottato un modello di sicurezza partecipata che prevede anche il coinvolgimento di soggetti diversi da quelli istituzionalmente deputati a questo compito: Comuni, Province e Regioni sono i nostri principali interlocutori. Il protocollo per la legalità che firmiamo oggi, articolato sulle esigenze di questo territorio, fa parte del Patto per la sicurezza che fino ad oggi ha dato ottimi risultati”.
Il protocollo, sottoscritto dai prefetti di Vicenza Melchiorre Fallica e di Treviso Vittorio Capocelli, dal commissario delegato per l’emergenza Silvano Vernizzi e dal presidente A.T.I. consorzio stabile S.I.S. S.c.p.a. Matterino Dogliani, prevede un rafforzamento delle procedure antimafia. In particolare l’obbligo del consorzio incaricato della costruzione della superstrada di conferire alla Prefettura di Vicenza i dati di società ed imprese cui intende subappaltare lavori o affidare servizi o forniture e la risoluzione del contratto qualora le procedure di controllo antimafia diano esito positivo. Il documento dispone inoltre che il Consorzio individui un referente per ogni singolo cantiere aperto on il compito di predisporre e trasmettere, ogni settimana, una relazione dettagliata con le indicazioni delle opere da realizzare, i dati della ditta incaricata, i numeri di targa o di telaio dei mezzi giornalmente presenti o che hanno accesso al cantiere. Il “settimanale di cantiere” andrà inviato a Prefetture, Questure, Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Vicenza e Treviso e alla Direzione Investigativa Antimafia di Padova. Le forze dell’ordine avranno poi il compito di incrociare i dati a loro disposizione per evidenziare eventuali anomalie e pianificare verifiche.