Delta del Po e "Broads"
Nell’occasione, tra i vari aspetti idraulico-territoriali, è stata approfondita la comune problematica della salinizzazione dei territori litoranei. L'ente consortile Delta del Po ha illustrato le soluzioni tecnologiche studiate e realizzate fin dagli anni ’80, sottolineando in particolare la struttura formata da barriere in acciaio inox, realizzata alla foce del fiume Po (tra il 1985 e il 1988), in località Po di Gnocca (tra il 1998 e il 2000), a Po di Tolle, nonché alla foce del fiume Adige. Tale soluzione venne adottata dopo aver scartato una prima ipotesi, che invece, ora, potrebbe fare al caso dei fiumi inglesi meno larghi (quindi con minore portata) del Po e dell'Adige. Si tratta di una sorta di “air bag” che, posto sul letto del fiume, potrebbe essere gonfiato fino a trattenere incursioni di acqua salata, sempre al fine di opporre resistenza alla crescente minaccia, che il cuneo salino costituisce per gli habitat di acqua dolce.Il Delta del Po, dunque, sta facendo scuola.
Oltre Manica, invece, gli enti consortili ed i Parchi inglesi risultano all’avanguardia nello sfruttamento delle vie navigabili: non a caso, una recente analisi ha censito un flusso di oltre 16.000 imbarcazioni da turismo.
«A noi in effetti manca, quasi del tutto, lo sfruttamento turistico dei fiumi – spiega Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di bonifica Delta del Po – In questo, dobbiamo ancora imparare molto. Nel complesso, la visita nel Norfolk è stata alquanto proficua, perché ci consente, grazie all’A.N.B.I. (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), di intraprendere una collaborazione utile ad affrontare i problemi legati alla qualità delle acque».