Olio: Arriva quello di Catullo
L’area archeologica, situata all’estremità della penisola di Sirmione in una eccezionale posizione panoramica a picco sul lago più grande d’Italia, si estende su oltre 7 ettari di superficie. La sua gestione dipende dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia. E’ uno dei luoghi archeologici italiani con il maggior numero di turisti che apprezzano in particolare l’ambiente naturale che si è conservato intatto nel corso dei secoli e in cui è inserito l’imponente edificio romano di circa 20.000 mq e che in alcuni punti raggiunge i 15 mt di altezza.
L’area è caratterizzata dalla presenza di un grande e antico oliveto, descritto da viaggiatori italiani e stranieri che già dall’inizio dell’Ottocento si son recati in visita alle rovine della villa romana.
Risalgono a quegli anni le prime stampe e i dipinti del sito archeologico, poco dopo immortalati nei primi scatti fotografici che ritraggono i resti antichi inseriti all’interno del grande oliveto. Un insieme che probabilmente esiste da secoli, come si rileva da documenti medievali che fanno risalire al XII e XIII secolo la presenza di numerosi alberi di olivo presenti a Sirmione.
L’attuale oliveto conta circa 1500 piante. Per la sua importanza storica e per le sue condizioni di degrado appariva necessario un intervento globale di recupero, volto a risanare l’ingente patrimonio arboreo e a riportarlo alle migliori condizioni vegetative, consentendo la sua tutela, la conservazione nel tempo e la ripresa della produzione di olio extra vergine di oliva.
L’AIPOL, l’associazione che riunisce gli olivicoltori lombardi, ha realizzato questo intervento utilizzando un contributo della UE e dell’Italia nell’ambito del regolamento CE 867/08. L’intervento è stato finalizzato al miglioramento dell’oliveto storico delle “Grotte di Catullo”, applicando sperimentalmente nel triennio 2010-2012 tecniche olivicole finalizzate alla protezione dell’ambiente e al mantenimento del paesaggio.
“L’intervento realizzato consentirà da quest’anno di produrre, dall’antico oliveto recuperato, l’olio extra vergine di oliva tracciato AIPOL, della varietà Casaliva” - riferisce il presidente di Aipol Silvano Zanelli -. “Permetterà – ha poi aggiunto -, di conservare per i prossimi anni il paesaggio che caratterizza da secoli l’area archeologica delle Grotte di Catullo e l’estremità settentrionale della penisola di Sirmione”.
Come dire: olio e territorio, un binomio indissolubile che trova nella qualità Aipol, garantita da sistema di tracciabilità Unaprol, il suo punto di equilibrio più alto.